Salute: mal di testa da rientro a scuola per 8 bimbi italiani su 10

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Il ‘mal di testa dello studente’ può colpire da una a 3 volte nell’arco di un solo mese, accompagnato anche da nausea e vomito

La campanella suona e la testa scoppia. Dopo lo stop delle vacanze, il rientro a scuola è una delle cause frequenti di mal di testa, anche emicranie con i classici attacchi pulsanti: l’hanno sperimentato 8 piccoli italiani su 10, soprattutto tra gli 11 e i 15 anni d’età. E’ il dato diffuso da Bruno Colombo, coordinatore del Dipartimento di neurologia-Centro cefalee, all’Irccs San Raffaele di Milano, al congresso nazionale di Paidòss, l’Osservatorio nazionale sulla Salute dell’infanzia e dell’adolescenza, in corso a Lecce. Il ‘mal di testa dello studente’ può colpire da una a 3 volte nell’arco di un solo mese, accompagnato anche da nausea e vomito: malesseri che, avvertono gli esperti, possono tenere lontani da scuola fino a 7-8 giorni in un anno, con un numero di assenze maggiori che per l’influenza o le malattie bronchiali. Anche il rendimento scolastico, ovviamente, ne risente: cala la concentrazione, aumentano la difficoltà di apprendimento e gli stati di ansia. I più vulnerabili sono soprattutto gli adolescenti – in particolare le ragazze, in cui le percentuali di emicranie e cefalee possono raggiungere punte del 20% contro solo il 5-10% fra i maschi – e i figli di genitori emicranici, da cui ereditano il problema nel 60% dei casi. “In Italia – spiega Colombo – l’80% dei bambini e degli adolescenti in età scolare, specie fra gli 11 e i 15 anni, ha riferito di aver sofferto di almeno un episodio di mal di testa, anche di tipo emicranico. Un problema oggi ancora troppo spesso sottovalutato, nonostante le diverse implicazioni sulla frequenza scolastica”. Non solo: “Il mal di testa – prosegue l’esperto – talvolta si accompagna anche ad altre patologie concomitanti, come l’iperattività e la distraibilità, condizioni che si ripercuotono tutte sulla resa scolastica a causa di una maggiore difficoltà di concentrazione e attenzione, o di qualche disturbo di apprendimento. E questi, a loro volta, possono generare nel bambino o nell’adolescente stati di ansia, stress e disturbi dell’umore”. Sono numerosi i campanelli di allarme a cui i genitori devono fare attenzione, specie nei bambini piccoli, non ancora in grado di esprimere il proprio malessere. Innanzitutto, affermano i pediatri, un cambiamento comportamentale che tende a portare all’isolamento: il bambino sta in disparte, non gioca, non guarda la televisione, prova fastidio verso suoni, odori, rumori, cerca il buio, coricandosi a letto. O ancora si porta le manine al volto per coprirlo, segnale che il piccolo sta soffrendo. Da non trascurare nausea e vomito ricorrenti. Il mal di testa dello studente si può prevenire, cominciando dallo stile di vita: mai saltare la colazione prima di andare a scuola – raccomandano i pediatri – per evitare cali ipoglicemici che stimolano crisi emicraniche; evitare gli alimenti che possono scatenare gli attacchi emicranici, come cioccolato, insaccati, wurstel; fare attività fisica costante, almeno 30 minuti al giorno; dormire non meno di 8-10 ore a notte. Per evitare che il mal di testa dei piccoli diventi cronico, ridurne la frequenza e alleviare l’intensità, “si può ricorrere a preparati nutraceutici, ben tollerati, contenenti magnesio, vitamina B2, coenzima Q10 ed estratti di alcune piante, in particolare il partenio e il gilko biloba”, conclude Colombo.

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