La vitamina D è nota soprattutto per aumentare l’assorbimento di calcio e migliorare la salute delle ossa
Vitamina D legata alla ‘buona salute’ del cervello, secondo uno studio americano pubblicato su ‘Jama Neurology’. Per i ricercatori poca vitamina D aumenterebbe infatti la velocità del declino cognitivo. Il lavoro ha coinvolto 382 persone anziane – l’età media è stata di 75,5 anni – di gruppi etnici diversi. Di questi, il 17,5% soffriva di demenza, il 32,7 aveva un leggero ritardo cognitivo e il 49,5 non presentava problemi. La vitamina D è nota soprattutto per aumentare l’assorbimento di calcio e migliorare la salute delle ossa, ma si trova in tutto il corpo, cervello compreso. Il lavoro americano si è concentrato sui 25-idrossi della vitamina, dimostrando che sono inferiori negli afro-americani e negli ispanici, così come in chi soffre di demenza. Durante un periodo di osservazione di 4,8 anni, il declino della memoria episodica è stato inoltre maggiore nei pazienti con deficit e insufficienza di vitamina D rispetto a chi aveva livelli normali. Gli stessi studiosi ammettono però i limiti della ricerca: non hanno infatti misurato direttamente il consumo di latticini, l’esposizione al sole o l’esercizio fisico, fattori che possono influenzare i livelli della vitamina. “I nostri dati supportano la tesi dell’insufficienza di vitamina D nelle persone anziane – spiega Joshua W. Miller della Rutgers University (New Brunswick), coautore dello studio – Emerge inoltre che gli afroamericani e gli ispanici sono più vulnerabili alla carenza della vitamina”. Indipendentemente dall’etnia, l’insufficienza è invece legata a un significativo aumento del declino cognitivo, che può corrispondere a un incremento del rischio di Alzheimer. “Dato che l’insufficienza di vitamina D è curabile, trial clinici mirati che si concentrino sul coinvolgimento di pazienti non bianchi e con ipovitaminosi, potrebbe essere utile per testare gli effetti della vitamina nella prevenzione della demenza”, concludono i ricercatori.