Nivolumab è il primo farmaco immuno-oncologico ad evidenziare importanti risultati positivi nel trattamento del tumore del rene con un rilevante vantaggio di sopravvivenza globale rispetto all’attuale standard di cura
Per la prima volta un farmaco immuno-oncologico, nivolumab, ha evidenziato importanti risultati positivi nel trattamento del tumore del rene. Lo studio CheckMate -025, di fase III, in aperto, ha confrontato nivolumab con everolimus nel carcinoma renale avanzato, dopo un precedente trattamento anti-angiogenico, e ha evidenziato un significativo beneficio di sopravvivenza globale (OS) con nivolumab. In questo studio, nivolumab ha mostrato un beneficio di OS mediana di 25 mesi rispetto a 19,6 mesi con everolimus. Il beneficio clinico di nivolumab era indipendente dal livello di espressione di PD-L1. Il profilo di sicurezza registrato nello studio CheckMate -025 è in liena con quanto riportato in studi precedenti con nivolumab.
I dati sono stati presentati a Vienna all’European Cancer Congress (ECC2015) durante la Presidential Session e pubblicati sul New England Journal of Medicine (NEJM). Questa è la nona pubblicazione di uno studio su nivolumab su questa prestigiosa rivista scientifica.
“I pazienti con carcinoma renale avanzato necessitano di nuovi trattamenti che permettano una migliore sopravvivenza, sicurezza e tollerabilità”, ha affermato il dott. Robert J. Motzer, oncologo medico presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center e primo autore della pubblicazione sul NEJM. “Questo è il primo studio di fase III a dimostrare l’efficacia di un inibitore di un checkpoint immunitario nel carcinoma renale avanzato. I risultati mostrano un significativo beneficio clinico con nivolumab, che produce un rilevante vantaggio di sopravvivenza globale e un maggior numero di risposte obiettive rispetto all’attuale standard di cura, everolimus, nel trattamento del tumore avanzato del rene”.
Circa il 30% dei pazienti con carcinoma renale, una comune forma di tumore del rene nell’adulto, presenta malattia metastatica o avanzata alla diagnosi. Malgrado i numerosi trattamenti per il carcinoma renale in stadio avanzato, le terapie di seconda linea al momento disponibili sono associate a una limitata sopravvivenza globale, a tossicità significative e a una limitata tollerabilità, con la maggioranza delle attuali opzioni di trattamento che fornisce un modesto beneficio di sopravvivenza libera da progressione (PFS).
“Continuiamo ad assistere alle potenzialità del nostro farmaco immuno-oncologico, nivolumab, con significativi avanzamenti in termini di sopravvivenza globale rispetto agli attuali standard di cura in molti tipi di tumore “, ha dichiarato Michael Giordano, senior vice president, head of Development, Oncology, Bristol-Myers Squibb. “I risultati dello studio CheckMate -025 mostrano che nivolumab offre un vantaggio significativo di sopravvivenza rispetto allo standard di cura in pazienti con tumore del rene in stadio avanzato in progressione dopo un precedente trattamento. Questi dati rafforzano anche l’obiettivo della nostra ricerca immuno-oncologica: offrire ai pazienti una prolungata sopravvivenza e dare maggiore certezza all’approccio adottato nel nostro più ampio programma di sviluppo nel carcinoma renale, che include la combinazione di farmaci immuno-oncologici”.
Lo studio CheckMate -025 è stato interrotto a luglio dopo che una valutazione condotta dal Data Monitoring Committee (DMC) indipendente ha concluso che lo studio aveva raggiunto l’endpoint primario, dimostrando una sopravvivenza globale superiore nei pazienti che ricevevano nivolumab rispetto al braccio di controllo. Partendo da questi dati e dai bisogni clinici insoddisfatti di ulteriori trattamenti del tumore del rene, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha garantito a nivolumab la designazione di ‘Breakthrough Therapy’ per il carcinoma renale avanzato.
CheckMate -025
CheckMate -025 è uno studio randomizzato, di fase III, in aperto, di nivolumab vs everolimus in pazienti con carcinoma renale a cellule chiare in stadio avanzato precedentemente trattati, dopo un prima terapia con farmaci anti-angiogenici. I pazienti sono stati randomizzati a nivolumab (n = 410) 3 mg/kg per via endovenosa ogni due settimane oppure a everolimus (n = 411) 10 mg per via orale una volta al giorno. L’endpoint primario era la OS; endpoint secondari erano il tasso di risposta obiettiva (ORR), la PFS, la OS secondo espressione di PD-L1 e l’incidenza di eventi avversi.
Lo studio CheckMate -025 è il primo e unico studio di fase III che dimostra un significativo vantaggio di sopravvivenza in pazienti con carcinoma renale avanzato precedentemente trattati rispetto allo standard di cura. In questo studio, i pazienti trattati con nivolumab hanno raggiunto una OS mediana di 25 mesi con nivolumab e di 19,6 mesi con everolimus (hazard ratio 0,73; IC 98,5%: 0,57 – 0,93; p = 0,0018), con un beneficio di OS comparabile, indipendentemente dal livello di espressione di PD-L1.
Oltre a migliorare la sopravvivenza globale, nivolumab ha dimostrato una maggiore ORR pari al 25% vs il 5% con everolimus (p < 0,0001), con un paziente su quattro che manifestava una risposta. Il 17% dei pazienti trattati con nivolumab e il 7% con everolimus sono rimasti in trattamento con un follow-up minimo di 14 mesi.
Il profilo di sicurezza di nivolumab nello studio CheckMate -025 era in linea con quanto osservato in studi precedenti ed era favorevole rispetto a everolimus. Un numero inferiore di eventi avversi di grado 3 – 4 correlati al trattamento si è manifestato con nivolumab (19%) rispetto a everolimus (37%). Eventi avversi di ogni grado correlati al trattamento sono stati osservati nel 79% dei pazienti trattati con nivolumab e nell’88% di quelli trattati con everolimus. Gli eventi avversi correlati al trattamento più frequenti erano fatigue (33%), prurito (14%) e nausea (14%) nel braccio con nivolumab e fatigue (34%) e stomatite (30%) nel braccio con everolimus.
Il carcinoma renale
Il carcinoma renale è il tipo di tumore del rene più comune negli adulti, responsabile ogni anno di oltre 100.000 morti nel mondo. Il carcinoma renale a cellule chiare è il tipo di tumore renale a prevalenza più alta e costituisce l’80 – 90% dei casi totali. Il carcinoma renale è circa due volte più comune negli uomini che nelle donne, con alti tassi di malattia nel Nord America e in Europa. Globalmente, il tasso di sopravvivenza a cinque anni, nei pazienti che ricevono diagnosi di tumore del rene metastatico o avanzato, è del 12,1%.
Nivolumab
Bristol-Myers Squibb ha un vasto programma di sviluppo clinico per valutare nivolumab in diversi tipi di tumore in più di 50 studi – in monoterapia o in combinazione con altre terapie – che coinvolge più di 8.000 pazienti in tutto il mondo.
Nivolumab è stato il primo inibitore del checkpoint immunitario PD-1 (Programmed Death-1) al mondo a ottenere l’approvazione dalla Food and Drug Administration (FDA) come monoterapia per due tipi di cancro. Ed è stato il primo inibitore di checkpoint immunitario PD-1 al mondo a ottenere l’approvazione; infatti, il 4 luglio 2014 Ono Pharmaceutical Co. ha annunciato di aver ricevuto il via libera per la produzione e commercializzazione del farmaco in Giappone per il trattamento dei pazienti con melanoma inoperabile. Negli Stati Uniti, la FDA ha approvato per la prima volta nivolumab per il trattamento dei pazienti con melanoma non operabile o metastatico in progressione dopo terapia con ipilimumab e, in caso di mutazione di BRAF V600, anche con un inibitore di BRAF. Questa indicazione è approvata con procedimento accelerato basato sul tasso e durata di risposta del tumore. Il procedimento di approvazione per questa indicazione può essere contingente dopo verifica e descrizione del beneficio clinico in studi clinici di conferma. Nivolumab ha ottenuto la sua seconda approvazione dalla FDA il 4 marzo 2015 per il trattamento dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) squamoso metastatico in progressione durante o dopo chemioterapia a base di platino. Il 20 luglio 2015, la Commissione Europea ha approvato nivolumab per il trattamento del NSCLC squamoso localmente avanzato o metastatico dopo una precedente chemioterapia.
Immuno-oncologia in Bristol-Myers Squibb
Chirurgia, radioterapia, chemioterapia o terapie target hanno rappresentato negli ultimi decenni i pilastri del trattamento per il cancro senza che la sopravvivenza a lungo termine e la qualità di vita siano migliorate in molti pazienti con malattia in stadio avanzato.
Per colmare un significativo bisogno clinico insoddisfatto di salute Bristol-Myers Squibb sta guidando il progresso in un campo innovativo della ricerca e del trattamento del cancro noto come Immuno-Oncologia, che comprende terapie che interagiscono direttamente con il sistema immunitario per combattere il cancro. L’azienda sta esplorando una vasta gamma di molecole e approcci immuno-oncologici in pazienti con diversi tipi di cancro, compresa la ricerca di potenziali combinazioni di terapie immuno-oncologiche che nel trattamento del cancro hanno come bersaglio vie cellulari diverse.
Siamo dedicati a migliorare la scienza dell’Immuno-Oncologia con l’obiettivo di modificare le aspettative di sopravvivenza e il modo in cui i pazienti convivono con il tumore.
Bristol-Myers Squibb e la collaborazione con Ono Pharmaceutical
Nel 2011, grazie ad un accordo di collaborazione con Ono Pharmaceutical Co., Bristol-Myers Squibb ha esteso i diritti di sviluppo e commercializzazione di nivolumab in tutto il mondo esclusi Giappone, Corea del Sud e Taiwan, dove Ono mantiene tutti i diritti sul farmaco. Il 23 luglio 2014, Bristol-Myers Squibb e Ono Pharmaceutical hanno ulteriormente ampliato l’accordo di collaborazione strategica per sviluppare e commercializzare congiuntamente sia molecole singole che regimi di combinazione per il trattamento del cancro in Giappone, Corea del Sud e Taiwan.
Bristol-Myers Squibb
Bristol-Myers Squibb è un’azienda farmaceutica globale, la cui mission è scoprire, sviluppare e rendere disponibili farmaci innovativi che aiutino i pazienti a combattere gravi malattie. Per maggiori informazioni, visitate il sito: www.bms.com e www.bms.it.