Già partita la prima nave, il 27 Settembre toccherà alla seconda
Sta per avere inizio la XXXI Spedizione Italiana in Antartide promessa dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) ed attuata dall’UTA dell’ENEA, ovvero dall’Unità Tecnica Antartide. La prima delle tre navi di linea destinate a portare i materiali dal C.R. Casaccia fino alla Stazione “Mario Zucchelli” (MZS) è partita lo scorso 6 Settembre 2015, dopodiché partiranno altre 5 navi, di cui tre, tra cui la nave oceanografica-cargo ITALICA che trasporteranno materiale alla stazione MZS inizialmente nota come Baia Terra Nova, che si trova lungo la costa della Terra Vittoria settentrionale tra le lingue di ghiaccio Campbell e Drygalski (74° 41’ 42” S,164° 07’23” E), altre due trasporteranno materiali per la stazione Concordia a Dome C, sul plateau Antartico (75° 06’ S, 123°20’ E), distante circa 1200 km dalla costa, e collocata a 3230 m sul livello del mare.
La temperatura può variare mediamente da 0°C in estate sulla costa, fino a raggiungere i -90°C in inverno a 3000 metri di altitudine. I venti possono superare addirittura i 200 km/h. Le prima spedizione ufficiale in Antartide italiana è stata nel 1985 con la costituzione del PNRA ed oggi possiamo vantarci di due stupende basi polari a supporto della ricerca scientifica. L’Antartide è uno tesoro di informazioni sulla storia del nostro pianeta, grazie ai 30 milioni di miliardi di tonnellate di ghiaccio continentale, accumulatosi a partire da un milione di anni fa. Esso ci consente non solo di ricostruire le serie storiche del clima passato, della geodinamica del nostro pianeta e di tutti i processi evolutivi che fanno intrinsecamente parte del “global change”.
Ad esempio tra i vari settori di ricerca ne fanno parte gli studi sulla biodiversità, sull’evoluzione e sull’adattamento degli organismi alle condizioni climatiche antartiche, le scienze della Terra, la glaciologia, le scienze dell’atmosfera e dello spazio ecc.. Dai dati delle campagne si elaborano le informazioni, a partire da serie storiche ad esempio di fanno studi di sensitività climatica e previsione. Una delle ultime informazioni pervenuteci, pubblicata pochi giorni fa su Scientific American è che se il consumo dei combustibili fossili continuasse con questo ritmo, ciò produrrebbe un innalzamento del livello del mare pari a 3 cm all’anno, a causa dello scioglimento dei ghiacci antartici, senza includere quelli della Groenlandia e i ghiacciai di alta montagna. Sicuramente questa nuova spedizione ci fornirà nuovi spunti per future considerazioni e chissà se non verrà scoperto qualcosa di del tutto inaspettato, intanto non possiamo fare altro che augurargli buon viaggio, o meglio “buon vento”!