Sono passati 1426 anni da quel 17 ottobre in cui l’Adige straripò inondando e devastando parte dell’odierno Veneto
L’uomo che modifica l’ambiente, l’ambiente che si trasforma e non segue più il suo “corso naturale”, l’inquinamento. Queste, oggi, vengono maggiormente imputate come cause dei catastrofici eventi naturali che si abbattano su alcuni territori, devastandoli. Ma anche nell’antico passato terremoti, alluvioni e altri estremi fenomeni naturali, causavano danni ingenti, trasformando per sempre il territorio sul quale si abbattevano.
Il 17 ottobre del lontano 689, ad esempio, si è verificata una disastrosa alluvione a causa dello straripamento del fiume Adige, evento in seguito definito la rotta della Cucca, ovvero l’attuale Veronella, nei pressi della quale, all’epoca dei fatti, passava un meandro dell’Adige, oggi abbandonato. A causa di una serie di piogge che si susseguivano ormai da giorni, vi fu una piena eccezionale del fiume che ne causò lo straripamento. A raccontare l’episodio è stato uno dei più importanti storici di allora, Paolo Diacono, che ne tramandò la cronaca. Dell’evento scrisse persino Gregorio I, che in quel momento vestiva i panni di sommo pontefice.
I morti furono innumerevoli, data anche la scarsa capacità di far fronte a simili eventi catastrofici, e i danni incalcolabili: strade, sentieri, campagne e interi villaggi furono distrutti. In seguito all’alluvione, e a causa di essa, a Verona si verificò un disastroso incendio e Roma fu colpita da un’epidemia devastante. Inoltre, secondo la tradizione storiografica veneta, questo evento fu la causa dello sconvolgimento del corso dei fiumi della pianura veneto-friulana e anche della trasformazione della bassa pianura Padana in una palude.
Oggi è chiaro che il cambiamento idrografico del Veneto avvenuto nei secoli, fino ad arrivare all’assetto odierno, non può essere stato causato solo da questo singolo episodio, ma è stato il risultato di una serie di eventi più o meno evidenti che si sono susseguiti nel corso di centinaia di anni. Tra questi, sicuramente, possiamo inserire un’altra disastrosa alluvione: la rotta del Pinzone, che nel X secolo modificò definitivamente l’idrografia del Polesine.