Alla scoperta di Ancona, la città dorica fra miti e leggende

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Ecco Ancona, la città di miti, leggende e buon cibo

La regione delle Marche è costellata di città incredibili e meravigliose, tra queste ricordiamo la città di Ancona. Ancona si affaccia sul mare Adriatico, ha un clima continentale con inverni freddi e umidi ed estati calde e afose. E’ conosciuta come città dorica. Ancona conta più di 100.000 abitanti, di cui 12.000 sono stranieri. Negli anni ha subito notevoli cali demografici, a seguito sia della seconda guerra mondiale che dei disastri naturali. La città ha più di 2.000 anni di storia. I primi insediamenti risalgono all’Età del Bronzo. La città fu abitata anche durante l‘età del ferro e trasformata prima in villaggio piceno, poi divenne città nel 387 a.C., per volontà dei Greci e poi nel 113 a.C. divenne città romana.  Dopo il dominio di Odoacre, la città fece i conti con la presenza degli Ostrogoti, partecipando anche alla guerra gotica. Parte dell‘Impero Bizantino, nel 774 è sotto il dominio dello Stato Pontificio. Successivamente, diviene prima libero comune e poi Repubblica marinara. Proprio in questi anni si scontra con il Sacro Romano Impero, con Venezia e con Federico Barbarossa da cui ne escono vittoriosi.

Lo Stato pontificio decide di costruire la cittadella per difendere la città dai Turchi; in realtà lo scopo era quello di affermare il dominio papale. Questo periodo si caratterizza da una recessione economica della città, che continua per tutto il Seicento e che vede uno spiraglio di luce solo con la concessione del porto franco, da parte del Papa. Nel 1797 è occupata da Napoleone e proclamata Repubblica Anconitana. Nel 1808 è annessa al Regno Italico Napoleonico, per poi tornare con la Restaurazione allo Stato Pontificio, nel 1815. Dopo la prima guerra d’indipendenza proclama la sua libertà dal dominio papale e si annette alla Repubblica Romana. Questa decisione, non accettata dal Papa, vede l’intromissione degli Austriaci che decidono di aiutare lo Stato Pontificio, a mantenere i propri domini. La popolazione riesce a resistere all’assedio austriaco, tanto da ricevere la Medaglia d’Oro come benemerita del Risorgimento Nazionale. La città è liberata dalle truppe sarde e con un plebiscito entra nel Regno d’Italia. Nel Biennio Rosso, la città è coinvolta in due episodi importanti: la settimana rossa e la rivolta dei bersaglieri. Durante la seconda guerra mondiale fu un punto strategico tanto da essere bombardata continuamente dagli Alleati. Tra questi si ricorda quello del 1 Novembre 1943 in cui persero la vita decine di persone. Nel 1944, le truppe polacche insieme ai partigiani entrano nella città e la liberano dalla occupazione tedesca. Questo le permise di ottenere la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Nel dopoguerra vi è una ripresa economica e demografica della città, che vedono però una interruzione data da alcuni tragici eventi climatici come l’alluvione del 1951, il terremoto del 1972 e la frana del 1982.

La sua storia secolare, permette alla città di avere diversi monumenti d’interesse che è impossibile elencare e analizzare tutti. Tra questi i più importanti sono: il Duomo, posto al vertice del promontorio conosciuto come simbolo della città; l’Arco Traiano, il Lazaretto, il Faro Vecchio, la Cittadella e il Monumento ai Caduti. Di seguito, la Chiesa di San Domenico ha una certa rilevanza grazie alla presenza di opere di Guercino e Tiziano; Palazzo Ferretti è sede del Museo Archeologico Nazionale delle Marche, bellissimo l’anfiteatro romano, la Galleria d’Arte Moderna, il Museo Tattile Statale Omero uno dei pochi musei che danno la possibilità ai non vedenti di godere dell’arte e il museo di Scienze Naturali. Tra i punti di riferimento della città troviamo Piazza del Papa che il cuore dei rioni più antichi ed è definita il salotto di Ancona, la Via della Loggia in cui è possibile ammirare la Loggia dei Mercanti e il Palazzo Benincasa. Ancora il parco di Cardeto, il più grande della città. Una parte di Ancona rientra nel parco regionale del Conero, caratterizzato da posti raggiungibili a nuoto, da boschi sempreverdi, da scogliere ( anche se tutti i sentieri che conducono al mare non sono più percorribili), da fondali marini stupendi e da prodotti tipici come la lavanda, il miele, l’olio e i legumi. Al suo interno è possibile ammirare la bellissima baia di Portonovo e le valli di Pietralacroce.

Tra i piatti tipici della città troviamo: lo stoccafisso all’anconetana, simbolo della città che è tutelato da un’accademia. Accanto a questo troviamo anche il mosciolo, nome locale della cozza considerato prodotto di origine protetta e il pà cu l’ojo.Di seguito poi le crocette in porchetta, i bombetti in porchetta, i tartufi di mare, la pizza di Pasqua, una pizza a forma di panettone con gran pezzi di pecorino. I vincisgrassi, cioè delle lasagne, gli spaghetti alla pescatora, ciavattoni allo scoglio, il brodetto all’anconitana, la saraghina a scottadeto, le seppie con i piselli, la spigola al forno, il pollo e il coniglio in potacchio e la porchetta.  Accompagnano questi piatti gustosi i paccassassi, cioè i finocchi, marini; l’insalata di mistiganza, i grugnetti ( la cicoria) e la rucola. La pizza al taglio fatta con lo strutto, che non è utilizzato dal resto d’Italia in queste preparazioni. A fine pasto vi consigliamo poi, le ciambelle al mosto, le giuggiole, i corbezzoli, la cicerchiata fritta e ricoperta di mandorle e miele e le polacche cioè i cornetti anconetani da consumare meglio a colazione.

Eventi imperdibili che animano la vita della città sono: la Festa del mare che prevede una processione di imbarcazioni, che hanno l’intento di onorare i caduti del mare. A terra, invece, si tengono diversi spettacoli.  La Venuta, in cui si accendono grandi falò, a cui assistette Garibaldi nel 1849. Il Carnevale, con sfilate in maschere e la cui maschera storico è Papagnoco, il cui uso fu proibito nel 1861. Ad oggi la nuova maschera simbolo della città è Mosciolino, in onore del mitilo, conosciuto in città come mosciolo. La Fiera di Maggio, in onore del Santo Patrono, la Festa della Madonna del mare, il festival del dialetto, la salita al Monte d’Ancona e  la Festa del Covo, in cui sono santificati i campi. Alla città sono legati diversi miti e leggende, tra cui quella di Diomede che fondò la città dopo aver ottenuto il perdono di Afrodite. La leggenda degli specchi ustori inventata da Archimede per sconfiggere i nemici ed inviati ad Ancona per proteggerli e furono nascosti in una grotta in mare; la leggenda vuole che questi specchi siano ancora nascosti e visibili al sorgere del sole, quando i reggi si riflettono su un punto del promontorio che sembri brillare. Simile è la leggenda della campana della chiesa di San Clemente, sprofondata in mare, di cui si può sentire i rintocchi durante le tempeste. La leggenda del Calmucco legata ai leoni posti ai lati del portale del Duomo, che vede come protagonista il pirata Calmucco che voleva distruggere la città e arrivato al Duomo e posta la mano nelle fauci dei leoni, gli fu azzannata. I bambini allora pronunciata una formula che serve per confermare di essere stati buoni, portano un bottone e un altro oggetto di valore, chi vede per primo una stella cadente inizia il rito, in cui si appoggia per terra il bottone e si inserisce la mano nelle fauci del leone, se le mani sono integre vuol dire che si è stati buoni.

 

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