Ecco Viterbo, la città della Macchina di Santa Rosa
Se pensiamo alla regione Lazio, inevitabilmente, la nostra mente è predisposta a rivolgersi alla nostra capitale, Roma. In realtà, il Lazio è anche altro. E’ luoghi incantevoli e di grande rilevanza storica. Oggi, scopriremo la magnifica città di Viterbo, nota al mondo come la città dei papi. La città conta circa 67.000 abitanti, ha un vasto centro storico e origini molto antiche. Il soprannome attribuitole, ovviamente, è dovuto al fatto che per diverso tempo fu sede pontificia. La città è nota al mondo per essere sede della famosa Macchina di Santa Rosa, inserita tra i patrimoni immateriali dell’Umanità dell’UNESCO.
Come affermato antecedentemente la città ha origini molte antiche, che sembrerebbero risalire anche al Neolitico. Dal sottosuolo della città si può notare che la presenza Etrusca deve essere stata molto forte. Dopo la conquista romana, fu costruito un insediamento militare, il cui nome dovrebbe essere stato castrum Herculis; almeno lo si deduce dalla presenza di un tempio dedicato ad Ercole. L’incremento demografico permise la nascita di alcuni nuclei abitativi. Divenuto libero comune, la città fu protetta da Federico Barbarossa, che si fece promotore di una consistente espansione urbanistica. All’inizio del 1200, rientrò nelle mire del papa ed ospitò così il primo Parlamento degli Stati della Chiesa. Questo però non fu gradito da tutti, tanto che fu l’inizio delle lotte interne tra guelfi e ghibellini. In questo periodo, si inserì la figura di Santa Rosa da Viterbo, fondamentale per la sua predicazione nei confronti di eretici e ghibellini e per la forza data ai viterbesi, per resistere all’assedio di Federico II. Il fallimento dell’assedio sancì così la politica filo-papale della città. Viterbo, proprio in questo periodo, attirò l’attenzione mondiale. Infatti, la città alle prese con l’elezione papale fu protagonista di un episodio che diede vita al conclave. Pare infatti che, viste le crescenti difficoltà nella nomina del Papa, il popolo viterbese decise di chiudere a chiave i cardinali nella sale dell’elezione, nutrirli a pane e acqua e sradicare il tetto per lasciarli esposti alle intemperie fino a quando non avessero eletto il nuovo Papa. L’elezione di Martino IV, Papa di origine francese, permessa grazie all’intervento della città contribuì a far spostare la sede a Orvieto. Iniziò, così, un periodo di decrescita e povertà. Nel 1798 la città fu occupata dai francesi. Nel 1867 fu testimone della Campagna dell’Agro Romano che si concluse a Mentana, in cui fu sconfitto Garibaldi. Con l’Unità d’Italia, perse lo status di capoluogo, che le fu restituito nel 1927 da Mussolini. Durante la Seconda guerra mondiale, la città fu occupata dalle truppe tedesche e fu sede di numerosi bombardamenti.
Tra i luoghi di interesse troviamo: il Duomo dedicato a San Lorenzo, che subì notevoli danni durante la seconda guerra mondiale; accanto a questo vi è il Museo del Colle del Duomo, la Chiesa di Santa Maria Nuova una delle più antiche di Viterbo, all’esterno è possibile trovare un piccolo pulpito da cui, si racconta, avesse predicato San Tommaso D’Aquino. Ancora, la Chiesa di San Silvestro, un’antichissima chiesa in cui avvenne l’assassinio di Enrico di Cornovoglia, che fu ricordato anche da Dante. Il Palazzo Papale, la città medievale, le gallerie sotterranee in cui sono stati trovati diversi reperti archeologici, ora utilizzate come cantine, ma anche come rifugi nella seconda guerra mondiale. Il museo civico, con il presepe del Pastura e la Pietà di Sebastiano del Piombo, il sito archeologico del Ferento, in cui è possibile trovare un teatro romano e diversi reperti etruschi. Infine, il Museo della Macchina di Santa Rosa.