Clima: sulle emissioni serve uno sforzo maggiore alla Cop 21

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Gli obiettivi sul clima sono un cardine per lo sviluppo di nuove tecnologie

Se i governi mondiali rispetteranno gli impegni sulle emissioni presi in vista della conferenza Onu sul clima di Parigi (Cop 21), la crescita delle emissioni nel settore energetico, che genera i 2/3 dei gas a effetto serra, rallentera’ entro il 2030. Per riuscire a contenere l’aumento delle temperature globali a due gradi centigradi, tuttavia, servira’ uno sforzo ulteriore. E’ quanto afferma l’International Energy Agency (Iea) nel nuovo report “World Energy Outlook”, in cui analizza le implicazioni per il settore degli impegni presi dalle nazioni. Rispettare le promesse inviate all’Onu da oltre 150 Paesi richiedera’ al settore energetico investimenti per 13.500 miliardi di dollari da qui al 2030, con una media annua di 840 miliardi. Questi sforzi, scrive l’Iea, non saranno tuttavia sufficienti a imprimere il cambiamento di rotta necessario per limitare l’aumento delle temperature entro i due gradi rispetto ai livelli preindustriali. “L’industria energetica ha bisogno di un segnale chiaro dal summit di Parigi sul clima”, sottolinea il direttore esecutivo dell’agenzia, Fatih Birol. “In mancanza di questo segnale gli investimenti energetici andranno nella direzione sbagliata, mantenendo infrastrutture energetiche insostenibili per decenni”. Gli obiettivi sul clima, spiega, sono un cardine per lo sviluppo di nuove tecnologie che hanno il potenziale di realizzare la trasformazione necessaria a raggiungere livelli profondi di decarbonizzazione nei decenni a venire.

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