Giornata dell’alimentazione: il cibo la prima causa di emissioni di gas serra

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Dalla zootecnia proviene il 18% delle emissioni globali di gas serra

La produzione alimentare e’ la prima causa delle emissioni di gas a effetto serra, rappresentando il 35% delle emissioni globali di anidride carbonica, metano e protossido di azoto, mentre il surriscaldamento del Pianeta favorito dai gas serra minaccia proprio la produzione alimentare. A dipingere l’immagine di un serpente che si morde la coda per descrivere il circolo vizioso che lega il cibo al cambiamento climatico e’ il Wwf, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione che ricorre il 16 ottobre. Nel nuovo report “Il clima nel piatto”, il Wwf ricorda che, secondo l’International Food Policy Research Institute, per il solo effetto del cambiamento climatico sulle produzioni il numero globale di persone che soffre la fame potrebbe aumentare del 20% entro il 2050, con incrementi del 65% nell’Africa subsahariana. La lotta contro la fame, avverte l’associazione, tornera’ indietro di decenni a causa dei cambiamenti climatici se non si interviene urgentemente. Rispetto a un mondo senza alterazioni del clima, nel 2050 potrebbero esserci 25 milioni in piu’ di bambini malnutriti di eta’ inferiore ai 5 anni. Nel report si evidenziano le responsabilita’ dei consumi legati al cibo, soprattutto quello di carne, visto che dalla zootecnia proviene il 18% delle emissioni globali di gas serra. Il consumo di carne e’ in crescita in tutto il mondo: in Italia e’ passato dai 31 kg all’anno pro capite del 1961 a 90 kg nel 2011, mentre il maggiore consumatore mondiale e’ la Cina con 71 milioni di tonnellate nel 2012. Su questo fronte il Wwf ha stilato un decalogo dell’alimentazione “salvaclima”, che va dall’acquisto di prodotti locali alla riduzione degli sprechi. Oltre ai consumatori – sottolinea l’associazione – devono pero’ intervenire i governi, incentivando anche fiscalmente il passaggio dagli attuali sistemi di produzione alimentare, con un alto consumo di risorse naturali, all’agroecologia e alla pesca sostenibile.

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