La tecnica è già utilizzata per le mamme che rischiano un parto prematuro e permette di sapere se si partorirà entro i 7 giorni successivi
Grazie ad un semplice test si potrebbe prevedere quando nascerà un bambino. Come descritto sul ‘British Journal of Obstetrics and Gynaecology’, si tratta di un esame che prevede l’uso di una sonda a ultrasuoni per misurare la lunghezza della cervice uterina, i cui risultati possono predire con precisione se una donna entrerà in travaglio entro la settimana successiva. La tecnica è già utilizzata per le mamme che rischiano un parto prematuro, ma finora non era chiaro se questo approccio potesse essere efficace anche sulle donne che hanno raggiunto in modo sicuro il termine della gravidanza. Il problema era posto dalla convinzione che, trascorsi più o meno i canonici 9 mesi, tutte le donne hanno una cervice ridotta, rendendo questa misurazione un segnale non più attendibile del parto imminente.
Cinque studi precedenti avevano dato risultati contrastanti, mentre ora una metanalisi guidata da Vincenzo Berghella della Thomas Jefferson University di Philadelphia, in Pennsylvania, ha dimostrato che la tecnica funziona anche dopo lo scadere dei 9 mesi, almeno nei casi normali, in cui una donna aspetta un solo bambino, con una corretta posizione della testa. La cervice di una donna misura normalmente dai 3 ai 5 centimetri: l’analisi ha rilevato che, una volta che questa lunghezza si riduce al di sotto di 1 centimetro, la possibilità di partorire entro i successivi 7 giorni aumenta dell’85%. Se con l’avvicinarsi del termine della gestazione il collo dell’utero è ancora superiore ai 3 cm, il rischio di partorire entro una settimana è invece inferiore al 40%. Questo approccio potrebbe aiutare i medici a decidere se indurre il travaglio in presenza di rischi per la salute di un bambino: se la cervice è ancora lunga, un’induzione del parto avrebbe minori probabilità di successo, quindi un taglio cesareo potrebbe essere la soluzione migliore.