Assiri e Babilonesi condannavano all’annegamento forzato chi annacquava la birra o la faceva pagare troppo. In Sud America le donne la consumavano più degli uomini
Gli scavi archeologici non servono solo per trovare scheletri e fossili di antichi animali, ma anche per capire, dallo studio dei suppellettili e dalle analisi chimiche, come si nutrivano e cosa bevevano i nostri più remoti antenati. E da questo punto di vista è interessante scoprire come alcune loro abitudini alimentari siano simili a quelle che abbiamo ancora oggi. Tra queste troviamo una delle bevande più amate di sempre, ovvero la birra. Per quanto riguarda l’Occidente le prove più antiche della sua esistenza risalgono addirittura al tempo dei Sumeri, che popolavano la zona dell’attuale Iran e risalgono al 5000 a.C., sebbene sia molto probabile che proprio tra i Sumeri la birra fosse diffusa già da millenni. Secondo alcuni studiosi, le cui tesi sono solo ipotesi non supportate da prove, la fermentazione della birra sarebbe precedente persino alla lavorazione del pane.
Quel che è certo è che, già nel IV millennio a.C., il consumo della birra era diffusissimo, tanto che ancora oggi possiamo vederne una rappresentazione pittorica, conservata in un documento del 4000 a.C. e rinvenuto a Tepe Gawra, in quella che era la Mesopotamia, ovvero l’odierno Iraq settentrionale. Si tratta di un sigilllo su cui sono raffigurati due uomini che bevono birra da una grande giara con una lunga cannuccia.
Gli storici pensano anche di aver trovato quello che possiamo definire il primo spot pubblicitario dedicato alla birra, e risalente ad almeno 4.500 anni. In Siria, infatti, è stata ritrovata una tavoletta d’argilla riconducibile al periodo sumerico e databile intorno al 2.500 a.C. Secondo gli studiosi l’incisione presente sulla tavoletta in questione recherebbe la seguente réclame: “Bevi birra Ebla, la birra con un cuore da leone”. L’incisione riporta l’immagine di una donna dal seno prosperoso che tiene in mano due coppe di birra e probabilmente veniva utilizzata come pubblicità in una taverna della città di Ebla, nota per la sua ottima birra di diverse qualità, già in epoca antica. La necessità dei produttori di birra di pubblicizzare il loro prodotto dipendeva proprio dall’alta produzione che vi era nella stessa zona, e dalle svariate tipologie che si riusciva a produrne.
Per sumeri e babilonesi la birra, dopo l’orzo, era l’alimento più importante della dieta quotidiana. Basti pensare che persino il codice di Hammurabi, una delle più antiche raccolte di leggi nella storia dell’umanità, dedica almeno tre paragrafi alla sua commercializzazione, enunciando in merito regole precise sulle modalità di vendita nelle taverne, sul prezzo e sulle norme per il consumo da parte delle donne. Condanne durissime, come l’annegamento forzato, erano previste per chi annacquava la birra, o la faceva pagare troppo, o apriva una taverna senza autorizzazione; re Hammurabi, poi, stabilì che ogni cittadino avesse diritto a una razione quotidiana di birra, la cui quantità veniva determinata in base allo stato sociale. Anche gli Egizi apprezzavano le qualità della bevanda, e pare che gli operai addetti alla costruzione della necropoli di Giza, con le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, venissero pagati ogni giorno con quattro pagnotte di pane e cinque litri di birra. La frase “pane e birra” poi, diffusa tra gli antichi Egizi, veniva utilizzata per salutarsi amichevolmente.
Contemporaneamente, anche molte antiche civiltà del Sud America si dedicarono alla produzione di birra. Il compito di produrla era affidato esclusivamente a nobildonne scelte con criteri molto selettivi, che voi enivano considerate della vere e proprie sacerdotesse, tanto che gli Incas le consideravano delle “Vergini del Sole”. Il popolo degli Huari, invece, nelle Ande, intorno al 1000 a.C. sceglieva per la produzione della birra solo donne nobili e bellissime che dovevano dedicarsi esclusivamente alla lavorazione di una pregiata birra aromatizzata al pepe, bevuta poi in bicchieri finemente elaborati. Probabilmente è per questo che ancora oggi, nelle Ande, le donne bevono birra molto più rispetto agli uomini.