L’innevamento veloce dell’Eurasia potrebbe causare interessanti dinamiche in vista della prossima stagione invernale
La recente ondata di freddo che ha colpito la Russia europea e parte dei paesi dell’Europa orientale, dalle Repubbliche Baltiche fino all’Ucraina, come da previsione ha prodotto un primo raffreddamento, un pò più precoce del solito per gli standard climatici recenti. Soprattutto sul settore più occidentale dell’area siberiana e sull’area degli Urali, dove il fresco innevamento dei terreni dovuto alle recenti nevicate che hanno accompagnato l’avvezione fredda di origine artica ha contribuito a generare un primo raffreddamento dello strato d’aria prossimo al suolo.
Questa estensione dell’innevamento sulle vaste lande della Siberia centro-occidentale sta accelerando il processo di “raffreddamento pellicolare” che proprio in questo periodo dell’anno inizia a sfornare i primi freddi sull’emisfero boreale, in vista dell’entrata in scena della stagione invernale. Durante il tardo autunno e il periodo invernale le sterminate pianure, gli altopiani e le immense steppe, tra la Siberia, il Kazakistan, la Mongolia e le altre ex Repubbliche Sovietiche dell‘Asia centrale, a nord del mar Caspio, sono interessate da un forte raffreddamento dello strato d’aria prossimo al suolo. Questo consistente raffreddamento, meglio noto anche come “raffreddamento pellicolare”, è causato da una serie di fattori. Fra cui l’insistenza di aria secca, la consistente riduzione della luce solare durante il giorno e la lontananza dell’azione mitigatrice di mari o oceani. In alcune zone della Siberia centro-orientale, tra Dicembre e Gennaio, possono raggiungersi normalmente anche i -50°C -60°C, come nella Repubblica di Jacuzia. Si viene così a sviluppare uno strato di aria gelida e molto pesante, vicino al suolo, con uno spessore limitato ai 1000-2000 metri, che origina il famoso anticiclone termico “Russo-Siberiano”, ossia una vasta zona di alta pressione di origine prettamente fredda, strutturata solo nei bassi strati.
Ciò, peraltro, causerà l’isolamento del primo “cuscinetto di aria piuttosto fredda”, presso il suolo, che spianerà la strada al grande raffreddamento tardo autunnale (raffreddamento pellicolare) che formerà il futuro anticiclone termico sulle vaste lande euro-asiatiche. Tale processo sarà anche favorito da una notevole estensione, fra l’altopiano della Siberia centrale e il bassopiano della Siberia occidentale, dei territori innevati di fresco sottoposti all’effetto “Albedo”. Segno inequivocabile che l’inverno 2015/2016 inizia a muovere i primi passi, riaprendo la grande “fabbrica del gelo” dell’emisfero boreale. Al tempo stesso, il consistente raffreddamento indotto dall’effetto “Albedo” sta già iniziando a decentrare la figura del vortice polare troposferico, già carico di aria gelida a tutte le quote, con un nucleo di ben -18°C -20°C a 850 hpa che dal cuore del mar Glaciale Artico inizia a scivolare alla volta della penisola di Tajmyr e del mare di Laptev, dove nei prossimi giorni si verificherà un ulteriore raffreddamento, con nuove consistenti nevicate in arrivo sul nord della Siberia centrale ed occidentale, nelle pianure ad est degli Urali. Nei prossimi giorni il vortice polare centrerà il proprio baricentro proprio sul comparto siberiano centro-orientale, con un vasto vortice ciclonico, colmo di aria gelida in quota, che si elongherà fino al bassopiano della Siberia occidentale sotto forma di una saccatura artica con “gradiente barico” “lasco”, apportando nevicate diffuse, a tratti anche di moderata e forte intensità.