Tumore della prostata in Italia: diagnosi in media a 68 anni, bassa mortalità e pazienti con buona qualità di vita

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Si è svolto a Roma il 22 ottobre il primo appuntamento regionale dedicato al progetto di monitoraggio sul tumore della prostata, realizzato con il contributo incondizionato di Takeda Italia

Il tumore della prostata è la seconda neoplasia più frequentemente diagnosticata nella popolazione maschile mondiale. In Italia raramente si arriva alla diagnosi prima dei 68 anni, anche se i pazienti colpiti hanno un’aspettativa di vita di oltre 10 anni e una buona qualità di vita. Questa sono le prime istantanee scattate dal Pros-IT (Prostata Italia), il primo e attualmente l’unico progetto di monitoraggio, del tumore della prostata in Italia, promosso dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), coordinato dalla sezione Invecchiamento dell’Istituto di Neuroscienze (IN) di Padova, sotto la guida del professor Gaetano Crepaldi, e realizzato con il contributo incondizionato di Takeda Italia. Oggi, 22 ottobre 2015, a Roma presso l’hotel Mediterraneo, si è svolto l’incontro dal titolo “I tumori della prostata: lo studio Pros-IT”, il primo di una serie di appuntamenti regionali in cui verranno presentati i primi risultati della fase di follow up del progetto, che ha avuto un grande successo in termini di partecipazione. “I centri coinvolti nello studio sono stati oltre 100 e i soggetti arruolati 1.684, numeri che hanno superato il campione pianificato di 1.500 pazienti”. – ha dichiarato il professor Gaetano Crepaldi. “Da una prima analisi dei dati emerge che oltre la metà dei pazienti proviene dai reparti di urologia, cui afferiscono i pazienti più giovani (tra i 40 e i 45 anni), ma che l’età media della prima diagnosi è intorno ai 68 anni.” In Italia il tumore della prostata rappresenta circa il 20% di tutti i tumori negli uomini con età pari o superiore a 50 anni, ad esclusione dei carcinomi della cute, e si stima un’incidenza di circa 36.000 nuovi casi all’anno.
“Nonostante l’alta incidenza, la sopravvivenza nei pazienti che hanno avuto una diagnosi di carcinoma prostatico si attesta intorno al 91% a 5 anni dalla diagnosi ed è in crescita.” – ha dichiarato il dottor Angelo Porreca, Primario Urologo del Policlinico di Abano Terme. ”Alla luce di questo dato, nella scelta dei trattamenti, pur restando primario l’obiettivo di massimizzare la sopravvivenza, negli ultimi anni l’attenzione degli oncologi si è rivolta sempre più alla considerazione dell’impatto di ciascuna terapia sulla qualità di vita, sia in generale, sia sulle funzioni specifiche (urinarie, intestinali e sessuali). Ad esempio, in caso di malattia poco aggressiva alla diagnosi, con una storia naturale lenta e facile da curare, dovremo considerare terapie che non alterino troppo il benessere del paziente.” – ha proseguito il dottor Porreca. Obiettivi dello studio Pros-IT, che proseguirà fino a settembre 2017, è creare una rete di centri urologici, radioterapici e di oncologia medica, colmare un vuoto informativo per programmare meglio l’assistenza ai pazienti e identificare i fattori su cui intervenire per migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita.

1. “Dai primi risultati del follow up, i pazienti arruolati mostrano uno stato di salute iniziale molto buono: le prossime analisi analizzeranno l’impatto di ciascuna scelta terapeutica sulla qualità di vita e ci aiuteranno a capire, in base a specifici fattori, come l’età e l’aspettativa di vita, se la strada che stiamo percorrendo è giusta.” – ha concluso il dottor Porreca. Per maggiori informazioni sullo studio Pros-IT: http://www.prositcnr.it/

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