I tumori cutanei ‘non-melanoma’ sono la forma più comune di neoplasia cutanea maligna, che colpisce soprattutto zone del corpo esposte al sole, come il viso e il dorso delle mani
Un bendaggio radioterapico contro il carcinoma a cellule squamose sarebbe una strategia promettente secondo uno studio, effettuato per ora su modello animale, presentato al meeting della Association of Pharmaceutical Scientists in corso a Orlando, in Florida. I tumori cutanei ‘non-melanoma’ sono la forma più comune di neoplasia cutanea maligna, che colpisce soprattutto zone del corpo esposte al sole, come il viso e il dorso delle mani. Le due forme principali sono il carcinoma a cellule basali e quello a cellule squamose. Quest’ultimo si verifica vicino alla superficie della pelle e tende a crescere e a diffondersi più del carcinoma a cellule basali. Nella maggior parte dei casi, la chirurgia è il principale trattamento per asportare l’intero tumore, e spesso la radioterapia accompagna l’intervento per assicurare che venga eliminato qualsiasi residuo di malattia. Tuttavia, sono necessarie attrezzature molto ingombranti per effettuarla. Anthony J. Di Pasqua, professore presso l’Università del North Texas, e il suo team hanno sviluppato una ‘benda’ radioterapeutica come possibile soluzione alternativa: è stata creata attraverso un procedimento chiamato ‘elettrospinning’, che utilizza una carica elettrica per creare fibre sottili da un liquido e formare le bende. Immediatamente prima della terapia, si attiva il bendaggio attraverso i polimeri presenti, raggiungendo un livello di radioattività simile a quello della radiazione convenzionale.