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Uno studio americano lega il calo delle nascite ad un clima più caldo: tutti i dettagli della ricerca
Non pensavate che il riscaldamento globale potesse far male persino all’amore? Ebbene, dovrete ricredervi: secondo uno studio del National Bureau of Economic Research le temperature elevate portano a una evidente diminuzione dei rapporti sessuali. Tre economisti hanno preso in esame 80 anni di dati sulla fertilità negli Stati Uniti e li hanno messi a confronto con quelli delle temperature hanno verificato che non appena si superano gli 80 gradi Farenheit, vale a dire 26,6 gradi Celsius, la curva delle nascite comincia a diminuire, esattamente 9 mesi dopo. E, ciò che turba, è che gli aspiranti genitori non cercano di recuperare nei mesi successivi. E’ sufficiente un solo giorno in più di “caldo soffocante” per far scendere dello 0,4% il tasso dei lieti eventi nove mesi dopo, il che in termini assoluti si traduce in 1.165 nascite in meno negli Stati Uniti.
I ricercatori delle università di Tulane, California-Santa Barbara e Central Florida credono che il loro studio suggerisca tre riflessioni ai politici: i tassi di natalità “non rimbalzano” completamente dopo un periodo di gran caldo. Quindi tanto più le estati diventano calde, tanto più i Paesi sviluppati vedranno scendere i loro tassi di natalità, un fatto rovinoso per l’economia. In secondo luogo i concepimenti in autunno, con relative nascite in estate, determinano “per ragioni ancora non ben chiarite”, bambini con una salute più precaria. Infine, l’aria condizionata può fare la differenza, come dimostrano i dati sulla fertilità a partire dagli anni Settanta. Gli scenari delineati dai ricercatori sono drammatici. Se le emissioni dei gas a effetto serra non saranno ridotte, le proiezioni nel trentennio 2070 – 2099 vedranno negli Usa 64 giorni in più con temperature superiori ai 26,6 gradi Celsius rispetto al periodo 1990 – 2002, che ne ha avuti 31. Il risultato? Una diminuzione del 2,6% del tasso di natalità, che corrisponde a 107.000 nascite in meno all’anno.