Cern di Ginevra: al via una nuova fase sperimentale

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Per un mese verranno raccolti i dati di nuove collisioni attraverso enormi macchine fotografiche, in corrispondenza delle quali avvengono le collisioni di ioni piombo che circolano nell’anello in direzioni opposte, quasi alla velocità della luce

Al Cern di Ginevra inizia una nuova fase sperimentale, dopo la riaccensione del superacceleratore LHC, avvenuta lo scorso giugno all’energia record di 13.000 miliardi di elettronvolt (TeV) e i primi mesi di raccolta dei dati generati dalle collisioni di protoni. All’interno della beam pipe di LHC, la pista magnetica di 27 km di circonferenza a 100 km di profondità al confine tra Francia e Svizzera, sono iniziate oggi le prime collisioni tra ioni piombo a 5 TeV per nucleone, un’energia quasi il doppio di quella usata da LHC durante la prima fase di attività dell’acceleratore. Portata a termine la fase di collisione protone-protone a 13 TeV, parte così ufficialmente un nuovo ciclo di LHC con collisioni tra ioni pesanti, ioni di piombo (composti da 82 protoni e 126 neutroni).

Per un mese verranno raccolti i dati di queste nuove collisioni da parte dei quattro esperimenti di LHC, enormi macchine fotografiche delle dimensioni di una cattedrale gotica, in corrispondenza delle quali avvengono le collisioni di ioni piombo che circolano nell’anello in direzioni opposte, quasi alla velocità della luce. “È tradizione far collidere gli ioni per circa un mese ogni anno come parte del programma di ricerca di LHC. Quest’anno, però, è speciale – afferma Rolf Heuer, direttore generale del Cern -, perché raggiungiamo una nuova energia ed esploreremo la materia a uno stadio molto precoce del nostro universo”.

Le collisioni di ioni permetteranno ai fisici del Cern, di cui fanno parte circa 1500 italiani, di studiare uno stato della materia, il plasma di quark e gluoni, ovvero un mix di particelle esistito per pochi milionesimi di secondo dopo il Big Bang. “I fisici dell’Infn hanno un ruolo chiave nell’avvio di questa fase di run con gli ioni”, afferma Paolo Giubellino, spokesperson di ALICE, della sezione Infn di Torino. “Sono numerose le questioni molto calde da affrontare con le collisioni di ioni per le quali il nostro esperimento è stato specificatamente disegnato e poi migliorato durante la fase di shutdown. L’intera collaborazione si sta preparando con grande passione per questo nuovo viaggio di scoperta”.

“Le collisioni di nuclei all’energia dell’LHC ci permetteranno di ricreare, per un tempo infinitesimale, un sistema in condizioni analoghe a quelle presenti nei primi milionesimi di secondo di vita dell’universo, e di studiarne le proprietà in laboratorio”, sottolinea infine Federico Antinori, Physics Coordinator di ALICE, della sezione Infn di Padova.

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