“L’acceleratore è riuscito a operare in maniera eccellente a un nuovo regime di energia che piega sfide notevoli dal punto di vista tecnologico”
L’attività del più grande acceleratore di particelle al mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra, va a gonfie vele. Dopo due anni di pausa tecnica utile alla manutenzione necessaria a portarlo a raddoppiare la sua energia, è stato riacceso la scorsa primavera. Il direttore designato del Cern, Fabiola Gianotti, nel corso di un incontro tenutosi al Teatro dal Verde promosso da Edison, si è detta soddisfatta: “Il primo periodo di presa dati si sta concludendo ed è stato molto positivo. L’acceleratore è riuscito a operare in maniera eccellente a un nuovo regime di energia che piega sfide notevoli dal punto di vista tecnologico, ed è riuscito a produrre una certa quantità di dati per gli esperimenti”. Per avere risultati utili, però, “servirà avere un po’ di tempo – sottolinea la fisica – perché la quantità di dati non è ancora sufficientemente elevata per andare al di là delle misure fondamentali di base“.
“Il Cern di Ginevra è un mix di alta tecnologia, eleganza e stile, un po’ come la Ferrari”, ha specificato Gianotti che, dal primo gennaio 2016, sarà alla guida del più grande laboratorio al mondo dedicato alla fisica delle particelle. “E’ una sfida, una responsabilità importantissima, che cercherò di onorare al meglio portando avanti la prestigiosa storia del Cern che e’ stata fatta da grandi direttori, anche italiani come Amaldi, Rubbia e Maiani. Cercherò di portare avanti questo grande laboratorio e fare bene nei suoi aspetti fondamentali: la ricerca di base, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione, la formazione dei giovani. Porterò avanti anche il ruolo che il Cern ricopre come facilitatore di pace, favorendo la collaborazioni di scienziati da tutto il mondo. Nel nostro Paese la formazione universitaria è ottima, i nostri giovani fisici sono preparatissimi, tra i migliori al mondo”, ricorda Gianotti, sottolineando però che la carenza di investimenti nella ricerca che sta causando precariato e fuga di cervelli all’estero.
Al Cern, inoltre, è possibile creare microscopici buchi neri del tutto ‘innocui’ che potrebbero aprire le porte a una nuova fisica. “Sarei felicissima – ha concluso Gianotti – se riuscissimo a creare questi microscopici buchi neri Vorrebbe dire che c’e’ una nuova fisica che va al di la’ di quella che conosciamo oggi. Questi buchi neri sarebbero innocui, anche perché sono chiamati così, ma in realtà sono particelle normali che evaporano subito. Possiamo stare tranquilli – rassicura infine – Hlc ha operato per quattro anni e non è successo niente: nello spazio avvengono fenomeni di accelerazioni e collisioni di particelle a energie e intensità che nessun acceleratore al mondo potrà mai raggiungere”.