Cime di rapa: alla scoperta delle loro innumerevoli virtù benefiche

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Le cime di rapa, appartenenti alla famiglia delle Brassicaceae, famiglia che include anche broccoli, cavoli e cavolfiori, sono un gustoso e salutare ingrediente della tavola autunnale e invernale

Gusto amarognolo, leggermente piccante, le cime di rapa, appartenenti alla famiglia delle Brassicaceae, famiglia che include anche broccoli, cavoli e cavolfiori, sono un gustoso e salutare ingrediente della tavola autunnale e invernale. Ricche di calcio, fosforo, zolfo, potassio e ferro, le cime di rapa, originarie delle regioni mediterranee, ampiamente diffuse in Puglia, Lazio e Campania, le rape sono mineralizzanti, favoriscono l’eliminazione delle tossine, disintossicano l’organismo.

CIME DI RAPAPoco caloriche, pertanto indicate a chi segue regimi dietetici, sono ricche di acido folico, particolarmente utile in gravidanza per la prevenzione della spina bifida del feto, contengono molti antiossidanti con funzione antitumorale, prevenendo, in particolare, il tumore al seno, allo stomaco e quello del colon retto. Ottima fonte di ferro, contrastano le anemie. Per assimilarlo al meglio, le cime di rapa vanno mangiate dopo averle sbollentate in acqua salata, condendole con del limone. Esse, grazie alla vitamina C, favoriscono la sintesi del collagene, proteina strutturale principale del corpo, necessaria per mantenere l’integrità dei vasi sanguigni, oltre che di pelle, organi e ossa, rafforzano il sistema immunitario, migliorano la funzionalità intestinale, proteggono il sistema cardiovascolare.

La vitamina C, inoltre, migliora la resistenza contro le infezioni virali, accelera la guarigione delle ferite, contrasta ottimamente i radicali liberi. Ideali per chi non tollera il latte e i suoi derivati, per chi soffre di ritenzione idrica, per attenuare la sensazione di nausea, per contrastare la stitichezza; le cime di rapa contengono sulforano, noto per la sua azione antibatterica, che combatte l’Helicobacter pylori, precursore di molte patologie a carico dello stomaco; e abbondano in clorofilla, ottimo rimedio antifatica, utile in caso di stanchezza e stress lavorativo. Come consumarle? Sono perfette crude, insieme ad un trito finissimo con olio extravergine d’oliva, limone e semi di lino.

Per conservare intatti i loro antiossidanti, conviene non farle lessare a lungo ma sbollentarle, condendole col limone. In alternativa, si possono saltare in padella con uno spicchio d’aglio, spolverizzandole con una presa di peperoncino. Ottime con le orecchiette, sono salutari protagoniste di risotti e insalate. Da provare quella al farro, gustosa ed equilibrata, oppure si possono unire a altri ortaggi per un perfetto contorno. Tagliate grossolanamente sono appetitose insieme allo yougurt greco magro, cui vanno aggiunti una cipolla di Tropea appassita e tritata in olio d’oliva, un cucchiaio di aceto di mele e sale marino ed un cucchiaio di salsa di rafano, accompagnando il tutto con crackers o cialde di farina integrale.

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