La Survival International ritiene che, gli unici a poter contenere i cambiamenti climatici sono gli indigeni, grandi assenti alla Cop21
Il 30 novembre avrà inizio la Conferenza sul clima di Parigi, il summit dell’Onu che vedrà impegnati i grandi leader mondiali. Grandi assenti, le popolazioni indigene. Eppure proprio queste tribù subiranno maggiormente le conseguenze dei cambiamenti climatici, proprio perché vivono costantemente a contatto con l’ambiente. A notare l’assenza di questi popoli è il Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni; che sottolinea che sono pochissimi i governi che hanno accennato ai diritti indigeni nella loro proposta di limitare i cambiamenti climatici. “La conferenza mondiale sui cambiamenti climatici di Parigi si concentrerà infatti sulle politiche energetiche delle nazioni industrializzate, e non sulla distruzione di ambienti naturali come l’Amazzonia – sottolinea Survival International – I popoli indigeni del Brasile e di altri Paesi sudamericani stanno cercando di resistere al disboscamento, alle attività minerarie e all’allevamento di bestiame che stanno distruggendo vaste aree della foresta, ma alla Cop 21 non sembra esserci alcuna intenzione di sostenere i loro sforzi”.
Nonostante non parteciperanno ai negoziati, alcuni attivisti indigeni parteciperanno e esprimeranno le loro opinioni, tra questi: Davi Yanomami, Raoni Kayapò e Mauricio Yekuana. Le popolazioni indigene più attive sono: i Guajajara, che si sono scontrati con le bande dei taglialegna per resistere alla deforestazione; i Ka’apor che hanno formato un esercito indigeno combattendo contro il disboscamento illegale; i Guarani che si scontrano giornalmente con i coltivatori di canna da zucchero e soia e con i grandi allevatori. “I popoli indigeni sono i migliori conservatori e custodi del mondo naturale – precisa l’organizzazione – Ma senza il sostegno della comunità internazionale, i popoli indigeni del Sud America e le regioni amazzoniche in cui vivono potrebbero essere distrutti per sempre”. ”La nostra società industrializzata è responsabile della distruzione del mondo naturale e dell’inquinamento atmosferico. I popoli indigeni, invece, si sono dimostrati molto più abili di noi nel prendersi cura dell’ambiente – conclude, il direttore generale di Survival International, Stephen Corry – Per questo, l’arroganza con cui pensiamo che ‘noi’ abbiamo tutte le risposte, mentre estromettiamo i popoli indigeni, è davvero vergognosa. È il momento di ascoltare le voci indigene, e di riconoscere che nella lotta per salvare l’ambiente i partner junior siamo noi”.