L’arrivo di circa 150 leader mondiali tiene alta la tensione. La segretaria esecutiva della Convenzione quadro Onu sui cambiamenti climatici, Christiana Figueres, ha ricevuto le chiavi del complesso dove si terranno i negoziati
Il centro che a Le Bourget ospiterà la Conferenza sul Clima a nord di Parigi è da oggi nelle mani delle Nazioni Unite, mentre la Francia aumenta a dismisura la sicurezza a causa degli attentati subiti dai terroristi. L’arrivo di circa 150 leader mondiali, infatti, tiene alta la tensione. La segretaria esecutiva della Convenzione quadro Onu sui cambiamenti climatici, Christiana Figueres, ha ricevuto ufficialmente oggi dal ministro degli Esteri, Laurent Fabius, le chiavi del complesso dove si terranno i negoziati destinati a limitare a non più di due gradi il riscaldamento globale. Figueres ha ricordato che una delle sfide principali della conferenza, che durerà sino all’11 dicembre, è avvicinare a questo obiettivo gli impegni che 183 Paesi hanno già presentato per ridurre le proprie emissioni di gas serra e che farebbero crescere la temperatura tra 2,7 e 3,5 gradi. Sottolineando, però, come l’esistenza di questi piani nazionali sia “il primo successo concreto”, e ribadendo che nelle prossime due settimane l’obiettivo sarà stabilire meccanismi con cui promuovere misure più ambiziose, con un controllo chiaro e accettato da tutti.
Uno degli “scogli” più difficili da affrontare a Le Bourget sarà il carattere vincolante o meno di parti dell’accordo, tenendo conto delle riserve nei confronti di un trattato internazionale che imponga obblighi legali a Paesi come Cina e Stati Uniti. Intanto, oggi Fabius ha incontrato alla sede Unesco i capi delle delegazioni, e da domani si darà ufficialmente il via ai lavori. Nella realizzazione della conferenza saranno impegnate 40mila persone, su 18 ettari di complesso fieristico, con 195 delegazioni di Paesi e una dell’Unione europea ma anche enti, imprese, associazioni e oltre 3mila giornalisti. E per le misure di sicurezza necessarie ci saranno ben 2.800 poliziotti e gendarmi francesi a Parigi e altri 15.600 in tutta la regione; a questi si uniranno poi gli agenti della sicurezza Onu e quelli che seguono i 150 capi di Stato e di governo presenti lunedì.
Le autorità francesi hanno chiesto dei “sacrifici” anche ai parigini, cercando di evitare di usare le proprie auto nella giornata di lunedì, e se possibile, anche i mezzi pubblici. Alcuni dei principali assi che collegano gli aeroporti della città (Charles de Gaulle e Orly) con Le Bourget saranno riservati alle delegazioni ufficiali. In più, per lo stato di emergenza dichiarato dopo gli attentati di Parigi in cui hanno perso la vita ben 130 persone, sono state vietate tutte le manifestazioni e proteste programmate a margine della conferenza. Alcune associazioni hanno comunque deciso di tentare lo stesso di radunarsi e manifestare a Versailles. Intanto proseguono anche i controlli straordinari ai confini, in relazione ai quali oggi il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve ha annunciato che a mille persone è stato negato l’ingresso nel Paese.