Cop21: gli stati più soggetti ai cambiamenti climatici chiedono accordi forti

MeteoWeb

Un rapporto di esperti delle Nazioni Unite ha sottolineato a giugno che il mondo non deve credersi al riparo con un riscaldamento fino a 2°

Già nel 2009 la comunità internazionale si è accordata per limitare a 2°C l’aumento della temperatura globale per prevenire conseguenze devastanti per il pianeta Terra. Ma per molti Paesi, il pericolo è comunque alto, anche riuscendo a rispettare l’obbiettivo. Proprio per questo, a novembre scorso da Manila i 43 Stati membri dell’Onu più soggetti ai cambiamenti climatici hanno invitato la conferenza sul clima delle Nazioni Unite a concordare una soglia di + 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali.

Il limite dei 2°C è il risultato di un compromesso politico, raggiunto nel 2009 a Copenaghen. L’Unione europea è stata la prima, nel 2007, a fissare i suoi obiettivi di emissione di gas a effetto serra con questa soglia, in seguito ad un rapporto di scienziati dell’Ipcc. Oltre questo limite, la scienza teme conseguenze letali per il pianeta: eventi estremi, cicloni, siccità, alluvioni, crollo delle produzioni agricole, estinzione delle specie, innalzamento del livello del mare. E’ opinione degli scienziati che fino a 2°C di aumento il mondo sarà in grado di adattarsi.

Un rapporto di esperti delle Nazioni Unite ha sottolineato a giugno che il mondo non deve credersi al riparo con un riscaldamento fino a 2°. L’obiettivo di sicurezza si situerebbe piuttosto a 1,5°, mentre i 2° dovrebbero essere considerati come il limite massimo da non oltrepassare assolutamente. A 2° il riscaldamento interesserà il livello dei mari e l’acidificazione. Per isole come Tuvalu e Kiribati, è una questione di sopravvivenza e a lungo termine, Shanghai, Mumbai e New York saranno in parte sommerse, ampiamente se la colonnina di mercurio salirà di 4 gradi.  Gli impegni presi oggi dai Paesi nel corso della Conferenza di Parigi porterebbero a un aumento della temperatura di poco inferiore ai 3°C. Da qui l’idea di inserire nell’accordo di Parigi una clausola di revisione per garantire i 2 gradi entro la fine del secolo.

Condividi