Non solo El Niño si è generato, ma è diventato un “mostro”: è uno dei più forti mai registrati
Nel corso dell’anno, gli scienziati hanno monitorato un’importante fenomeno in evoluzione nell’Oceano Pacifico, lungo l’equatore. Quando si creano determinate condizioni, nasce El Niño, che influenza i pattern globali.
Non solo El Niño si è generato, ma è diventato un “mostro“: è uno dei più forti mai registrati. Il picco è previsto tra ottobre e gennaio, con conseguenze che si prolungheranno fino alla primavera. Basandosi sugli eventi passati, è possibile prevedere il prossimo arrivo della pioggia in California, ma anche della siccità in Australia, alluvioni in Perù, e così via. El Niño ha già contribuito a rendere il 2015 l’anno più caldo mai registrato, e potrebbe avere tale effetto anche nel 2016.
Detto questo, è sempre bene tenere presente che El Niño è spesso imprevedibile e pieno di sorprese. Ecco quindi una guida sul fenomeno, su quello che sappiamo già e su cosa è probabile avverrà nei prossimi mesi.
Cos’è El Niño?
Si tratta di un fenomeno climatico che si verifica regolarmente nel Pacifico tropicale orientale ogni 2-7 anni. Quando gli alisei che solitamente soffiano da est verso ovest si indeboliscono, la temperatura della superficie del mare si innalza e ciò dà inizio ad una reazione a catena di impatti atmosferici. El Niño può essere forte o debole: se forte può influenzare i pattern mondiali, generando precipitazioni torrenziali da una parte del globo e siccità dall’altra. Può anche trasferire il caldo accumulato negli strati più profondi dell’oceano fino alla superficie: se combinato col riscaldamento globale, si registrano anni con caldo record, come nel 1998. Il nome El Niño è stato scelto da un pescatore peruviano, che per primo ha notato una misteriosa corrente calda che appariva nel periodo di Natale. Gli scienziati dichiarano ufficialmente la presenza di El Niño quando la temperatura della superficie dell’Oceano Pacifico equatoriale (la regione 3.4) aumentano di 0,5°C rispetto alla media per tre mesi di seguito.
Perché è così importante
L’ultimo evento rilevante è avvenuto nel 1997-98, ed ha causato 35 miliardi di dollari di danni e almeno 35.000 morti in tutto il mondo. Ora ci troviamo alla soglia di un evento simile: a marzo il Climate Prediction Center NOAA aveva annunciato che un debole El Niño si era formato nel Pacifico, ma inizialmente molti esperti hanno ritenuto che potesse smorzarsi entro l’estate. Al contrario, si è rafforzato, con le temperature dell’Oceano Pacifico tropicale orientale che continuano ad innalzarsi. A metà novembre, le temperature in un’area critica (la regione 3.4) erano addirittura più alte rispetto all’evento del 1997. “Adesso possiamo dire che pensiamo che sarà uno dei 3 più forti,” ha dichiarato Michel Jarraud, segretario generale del WMO (World Meteorological Organization) che ha raffrontato i fenomeni del 1997-98, 1982-83, e del 1972-73.
Potrebbe essere solo l’inizio: nel passato, gli eventi maggiori hanno portato delle condizioni insolitamente calde e secche in Australia, cosa che danneggia raccolti e innesca o favorisce incendi. Può portare caldo e siccità in India, che influiscono pesantemente sull’agricoltura, ma anche alluvioni distruttive in Perù, spazzando via le case e diffondendo il colera. Detto questo, negli Stati Uniti, può portate la tanto agognata pioggia in California.
Ogni fenomeno El Niño si evolve in modo diverso ed in alcuni casi ci sono conseguenze imprevedibili. In California le piogge sono probabili, ma non è detto che si verificheranno. Inoltre potrebbe far aumentare ulteriormente le temperature: i dati globali sono già in aumento, a causa della CO2 in atmosfera. La NASA ha reso noto che il 2014 è stato l’anno più caldo da quando hanno avuto inizio le rilevazioni e l’anno scorso non è stato caratterizzato da El Niño. La combinazione tra il fenomeno e l’aumento di CO2 sta già facendo battere record nel 2015, la grande questione ora si amplia fino a ricomprendere anche il 2016.
Il ritorno di El Niño nel 2015
A marzo, dopo una serie di “false partenze” gli scienziati del Climate Prediction Center NOAA hanno dichiarato l’inizio del fenomeno. Nello specifico, le temperature della superficie del mare nella regione 3.4 sono state superiori alla media di almeno 0.5°C da settembre. Al tempo, era stato considerato “debole” con effetti minimi sui pattern globali, e con il 50-60% di possibilità di durare fino all’estate. Poi, inaspettatamente, si è rafforzato: a ottobre 2015 la temperatura della superficie del mare nella regione 3.4 è aumentata di 2°C rispetto alla media. Ora si attende il picco, che, quando si verificherà, sarà tra i due o i tre più forti (tra gli eventi del 1997-98, 1982-83, 1972-72). Alcuni previsori hanno iniziato a chiamare il fenomeno “Godzilla“.
El Niño porta con sé vantaggi e svantaggi
Non è possibile dire che il fenomeno sia totalmente negativo o positivo: gli effetti sono diversi nei vari luoghi del pianeta. Uno studio recente della University of Cambridge ha rilevato che in media, El Niño colpisce le attività economiche in Australia, Cile, Indonesia, India, Giappone, Nuova Zelanda e Sudafrica, ma ha anche scoperto che in media tende a favorire Argentina, Canada, Messico, e persino gli Stati Uniti a breve termine.
El Niño sta contribuendo a rendere il 2015 un anno da record. E il 2016?
Grazie al riscaldamento globale, la temperatura media della superficie della Terra sta aumentando, ma ci sono tante variazioni nel corso degli anni: quelli caratterizzati da El Niño tendono a far rilevare più caldo della media; quelli caratterizzati da La Niña (gli alisei si rinforzano invece di indebolirsi) l’inverso. Quel che è straordinario del 2014 è che è stato l’anno più caldo da quando hanno avuto inizio le rilevazioni senza l’evento El Niño, segnale che il pianeta si surriscalda senza il suo “aiuto”. Intanto, anche il 2015 si avvia ad essere un anno da record, tenendo presente che El Niño è presente ed è grande protagonista.