Fino al 27 novembre Roma ospiterà il XX Congresso nazionale Siedp sul diabete infantile

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Diabete infantile: cure e diagnosi. Ne parleranno a Roma gli esperti in materia al XX Congresso nazionale Siedp

Prenderà inizio domani fino al 27 novembre il XX Congresso nazionale Siedp, Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica, a Roma. Il Congresso ha come obiettivo primario quello di informare i genitori della gravosa pericolosità del diabete infantile che colpisce più di 16 mila bambini l’anno.

Sottovalutare i sintomi è estremamente dannoso e troppo spesso genitori, medici e insegnanti trascurano o non intervengono tempestivamente  contro la chetoacidosi,la complicanza con cui si manifesta gravemente la malattia diabetica, che determina lesioni celebrali anche permanenti oltre che fatali, come successe un anno fa a un bambino di Genova morto a causa di questa malattia riconosciuta troppo tardivamente.

Al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importante ed esoterico tema , verrà raccontata la storia della piccola Giulia, ricoverata d’urgenza all’ospedale Sacco di Milano, miracolosamente salvata.

E’ una bimba milanese di 22 mesi – spiegano i medici – quando giunge, a fine ottobre, in condizioni di salute gravi presso al pronto soccorso di un ospedale vicino Milano. La bimba è sonnolenta, vomita, il suo stato di coscienza si deteriora progressivamente e il respiro diventa sempre più difficoltoso. I medici nel sospetto di diabete infantile eseguono un esame delle urine e controllano la glicemia: viene confermato il sospetto e quindi decidono di iniziare l’infusione di soluzione fisiologica (acqua e sali) e contemporaneamente insulina per ridurre la glicemia. E’ un errore grave, i due trattamenti devono essere conseguenziali non contestuali, ora c’è pericolo di lesione cerebrale che metterebbe a rischio la vita di Giulia”

” Bisognava fare in fretta, correre“continuano i medici, che raccontano “L’unica terapia è la somministrazione fisiologica. Abbiamo continuato la reidratazione per 2 ore prima dell’insulina. In questo modo l’organismo ha avuto il tempo per riprendersi gradualmente. Dopo 36 ore dal suo arrivo al Sacco, avendo seguito con rigore il protocollo terapeutico e le Linee guida recentemente pubblicate da Siedp, Giulia torna ad essere quella bimba sorridente che è sempre stata nonostante la diagnosi di diabete”.

I medici elargiscono svariati consigli su come capire i primi sintomi che potrebbero preannunciare la malattia:”Il pediatra, il personale scolastico, gli educatori, la famiglia devono pensarci se un bambino beve troppo rispetto alle sue abitudini e se fa tanta pipì, se riprende a fare pipì di notte, se dimagrisce senza motivo potrebbe avere il diabete e vanno fatti gli esami opportuni. Una volta fatta la diagnosi se si è di fronte ad una chetoacidosi bimbo sonnolento, rallentato, respiro rumoroso, alito che sa di frutta marcia ecc vanno seguite le raccomandazioni delle Società scientifiche. Approcci terapeutici differenti possono mettere il bambino a rischio di danni permanenti, ma anche di vita”. 

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