Il Dott. Maurizio de Martino spiega cosa fare nei casi in cui i bambini vengono colpiti da febbre e influenza e cosa sbagliano i genitori
Da giorni Firenze si appresta ad accogliere le menti più eccelse nel campo della medicina per il Convegno di infettivologia e vaccinologia pediatrica che si svolgerà la prossima settimana all’ interno dell’Università fiorentina.
Il Dott. Maurizio de Martino, ordinario di pediatria all’Università di Firenze e direttore del dipartimento di Pediatria internistica all’ ospedale Pediatrico Meyer, anticipa gli argomenti cardine che verranno trattati all’interno del prestigioso convegno: molto spesso i bambini , specie durante i primi freddi stagionali, vengono colpiti da febbre alta e dolori articolari. Tutto ciò spaventa comprensibilmente i genitori, i quali imbottiscono i figli di medicinali per abbassare nel più breve tempo possibile la febbre o per attenuare i dolori.
Con la scomparsa definitiva della febbre, significa che il bambino sia pienamente in salute e che dunque sia già guarito?
De Martino non ha remore nel dichiarare che: “Complice anche la scarsissima attenzione dei genitori italiani verso la vaccinazione, pediatrica e non, Ci si aspetta il conseguente grande panico da febbre alta del bambino, che porta spesso mamma e papà ad ‘impasticcare’ il figlio di antipiretici per abbassarla, collegando l’assenza della febbre alla guarigione. Ma non deve essere così”.
“Con poche e semplici regole – suggerisce de Martino – è possibile risolvere nella stragrande maggioranza dei casi il problema febbre: come misurarla, valutarne la causa, decidere quindi come intervenire velocemente sulle cause e con quali cure dopo aver naturalmente avvisato il medico pediatra“.
”La febbre esiste negli animali da 40 milioni di anni ed è presente in tutte le specie, incluse quelle più in basso nella scala zoologica. Quando un fenomeno biologico è mantenuto a lungo in tutte le specie vuol dire che è indispensabile per la sopravvivenza. E la febbre lo è, perché a temperatura febbrile funzionano meglio i meccanismi immunologici e funzionano peggio virus e batteri. I medici sanno che è brutta la prognosi di bambini con infezioni gravi ma che non sviluppano febbre. E sanno anche che abbassare la febbre comporta regolarmente un allungamento delle condizioni infettive”.
Quindi cosa fare? E’ giusto usare i tradizionali antibiotici? O è meglio avvalersi di un antipiretico? Il Dott, spiega che:”Mentre l’utilizzo dell’antibiotico, essendo sotto controllo medico pediatrico è, almeno in teoria, più gestibile e controllabile, l’antipiretico invece è disponibile in farmacia come farmaco da banco e quindi senza controllo. L’abuso di questa sostanza si verifica spesso proprio nei casi di ‘panico da febbre’, con grande superficialità da parte degli adulti, soprattutto se lo somministrano ai figli piccoli, e con altrettanti rischi per la Salute”. “L’antipiretico di prima scelta – continua l’esperto – è il paracetamolo con dosaggio di 60 mg/kg/giorno, suddiviso in 4 dosi – da somministrare ogni 6 ore, è l’unica possibilità di cura, ma deve essere impiegato soltanto quando la febbre si associa a condizioni di malessere e dolore mal di testa, dolori muscolari, dolori articolari. Se il bambino è febbrile, ma sta bene, somministrare l’antipiretico è un errore molto grave“.
Per risolvere i problemi legati all’insorgenza della febbre è utile seguire alcuni moniti e ammaestramenti suggeriti dagli esperti, quali ad esempio usare per la misurazione della febbre solo ed esclusivamente il termometro elettronico,il più attendibile ed affidabile, da posizionare solo sotto l’ascella; usarlo nel retto provoca incidenti oltre che disagi.
Inoltre è bene portare a visita in giornata il bambino malato per evitare che i batteri aumentano considerevolmente. Se la febbre persiste non continuare a somministrare l’antibiotico ma ricorrere subito al parere dello specialista e rispettare diligentemente le specifiche dosi da lui consigliate senza eccedere nel medicinale.
Banditi i rimedi della nonna; spugne, ghiaccio e strofinacci impregnati d’acqua; non solo sono del tutto inutili ma peggiorano drasticamente la situazione provocando brividi continui e conseguentemente il prolungamento del malessere del bambino.