Nevicate e piogge congelatesi stanno interessando diversi paesi dell’est Europa, la neve accumulata al suolo favorirà una sedimentazione del freddo e del gelo nei bassi strati
Dopo aver portato forte maltempo sulle nostre regioni adriatiche e meridionali il sistema frontale a carattere freddo legato alla vecchia circolazione depressionaria che dall’alto Ionio si è allontanata fin sul mar Nero ha prodotto le prime nevicate fino a quote pianeggianti fra il nord-est della Romania, l’Ucraina e il sud della Polonia. Questo sistema frontale, quasi del tutto occluso, spostandosi verso la Romania, la Moldavia, l’Ucraina e la Bielorussia, ha interagito nei bassi strati con un campo termico di poco negativo, caratterizzato da uno “zero termico” prossimo al piano, specie fra l’Ucraina centro-occidentale e il sud della Bielorussia.
Basti pensare che ieri, a Samsun, è stata registrata una temperatura massima di ben +25.0°C, mentre Osmaniye si è fermata a soli +24.0°C. Parte di questo flusso caldo, ben strutturato soprattutto in quota, fra la bassa e la media troposfera, dopo aver risalito la Turchia, il settore orientale del mar Nero e la Russia meridionale, con isoterme di +5°C +5°C a 850 hpa (1300 metri circa), si è spinto fino alla Russia meridionale. L’aria calda, di origini sub-tropicali continentali, spingendosi fino alla Russia meridionale e all’Ucraina orientale si è trovata a scorrere sopra il “cuscinetto di aria fredda”, e piuttosto pesante, da giorni stagnante sopra i bassopiani dell’Ucraina centro-occidentale e della Polonia meridionale, con temperature negative anche a quote pianeggianti. Incontrando lo strato di aria molto fredda e densa, preesistente nei pressi del suolo, queste calde correnti meridionali richiamate dalla depressione extratropicale posizionata sul nord del mar Nero, hanno cominciato a scorrere sopra questo strato d’aria molto fredda e pesante, preesistente nei bassi strati, dove il campo termico si presentava al di sotto dei +0°C, grazie anche al contributo alle inversioni termiche generatesi nei giorni scorsi, in presenza di cieli sereni o poco nuvolosi.
Lo scorrimento in quota, nella media troposfera, di parte di queste masse d’aria calde, poco sopra lo strato di aria fredda polare continentale accumulato precedentemente sulle campagne e sui bassopiani ucraini, ha rovinato la colonna d’aria sovrastante, trasformando la neve in pioggia. In sostanza dalla base delle stesse nubi, molto basse (base sui 200 metri), il forte rialzo termico determinato dall’avvezione calda in quota ha trasformato le precipitazioni da solide a liquide, favorendo la caduta della pioggia dalla base delle stesse nubi. Pioggia che è così rimasta inalterata fino al contatto con il suolo, decisamente molto più freddo. Le gocce di pioggia, prima di toccare il suolo, si congelano se le temperature di questo (e il sottile strato d’aria sovrastante) rimangono sottozero (sotto il punto del congelamento). Si è così formato il “gelicidio”, noto anche come “pioggia congelatasi” o “pioggia gelata”.