Il tumore del pancreas nel 2015 ha colpito 12.500 italiani
Gli abitanti del Nord Italia si ammalano di più di tumore del pancreas rispetto a quelli del Sud. Quest’anno il numero di nuovi casi riscontrati nel Mezzogiorno rispetto al Settentrione sono il 21% in meno tra gli uomini e il 24% tra le donne. E anche al Centro le neoplasie registrate sono inferiori del 15%. Uno dei motivi di queste differenze è da ricercare nelle diverse abitudini alimentari. Il maggiore consumo di frutta e verdura fresche, tipico della dieta mediterranea, protegge dal rischio di insorgenza della neoplasia. Sono questi alcuni dei dati presentati oggi dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) in occasione della Seconda Giornata Mondiale sul Tumore del Pancreas. “E’ una patologia particolarmente insidiosa – afferma il prof. Giordano Beretta segretario nazionale AIOM -. Sotto accusa sono soprattutto gli stili di vita non adeguati. Il fumo provoca il 30% dei casi nei maschi e il 10% nelle femmine. Il grave eccesso di peso aumenta il rischio del 12%, mentre i diabetici hanno il doppio delle probabilità di ammalarsi. Per aumentare l’informazione tra i cittadini, da due anni, la nostra Società scientifica sta portando avanti il progetto di sensibilizzazione Pancrea, il primo condotto a livello nazionale interamente dedicato all’informazione sul carcinoma pancreatico. Siamo alla seconda edizione e quest’anno terremo incontri pubblici in cinque regioni per ribadire con forza che il cancro si può prevenire e sconfiggere”. La Seconda Giornata Mondiale sul Tumore del Pancreas si celebra oggi in tutti e cinque i continenti. L’obiettivo principale dell’iniziativa è richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità politiche su una malattia di cui si parla poco e, in particolare, sull’importanza di conoscere i fattori di rischio e identificare i sintomi nella fase iniziale. Il logo della Giornata è un aquilone di color ametista che simboleggia la speranza e la voglia di lottare. Per l’occasione oggi dalle 16.00 fino a mezzanotte il Castello Sforzesco di Milano sarà illuminato da questa tonalità. Nelle vie vicine al monumento sarà possibile ricevere materiale informativo sulla patologia. “C’è bisogno di accendere i riflettori su questa forma di tumore – aggiunge e Laura Del Campo Responsabile Affari Generali della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) -. E i pazienti invece hanno bisogno di cure efficaci che possono arrivare solo incentivando maggiormente la ricerca medico-scientifica. Attualmente il carcinoma pancreatico riceve meno del 2% di tutti i finanziamenti per lo studio del cancro in Europa. La malattia rappresenta più del 16% di tutti i decessi oncologici del Vecchio Continente, però, è stata oggetto solo del 3,4% delle interrogazioni al Parlamento di Strasburgo in materia di neoplasie. Per tutti questi motivi la nostra Federazione è mobilitata a promuovere e disseminare strumenti informativi mirati a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni. E non solo a livello nazionale. Da anni collaboriamo con l’European Cancer Patients Organizations (ECPC)”.
Il carcinoma del pancreas nel 2015 ha colpito 12.500 italiani. In tutta Europa rappresenta la quarta causa di morte per tumore. Entro il 2020 potrebbe diventare addirittura la seconda se la ricerca medico-scientifica non porterà miglioramenti significativi sulla diagnosi precoce. “E’ una delle malattie oncologiche a prognosi più sfavorevole – aggiunge il dott. Michele Reni, dell’Oncologia Medica IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano -. Solo il 10-15% dei nuovi casi viene individuato allo stadio iniziale e può essere operato. La patologia è estremamente aggressiva e colpisce una zona dell’organismo sulla quale è molto difficile intervenire. Quindi tutto il personale medico deve disporre di particolari competenze ed essere abituato a curare la malattia. Infine il trattamento migliore per questa neoplasia, soprattutto negli stadi precoci, deve essere scelto da un team multidisciplinare formato da diverse figure specialistiche che collaborano insieme”. “Oggi anche grazie alle nuove cure l’8% dei pazienti è vivo a cinque anni dalla diagnosi, un risultato impensabile fino a poco tempo fa – prosegue il dott. Reni -. Abbiamo nuove interessanti molecole che permettono di avere un controllo significativamente più prolungato della malattia metastatica, che sono in fase di studio negli altri stadi di malattia e hanno un profilo di tossicità favorevole, tanto da poter essere impiegate anche nelle persone con oltre 75 anni di età. In particolare la molecola nab-paclitaxel (paclitaxel legato all’albumina formulato in nanoparticelle) presenta un meccanismo di trasporto innovativo che sfrutta le nanotecnologie. Il farmaco riesce così a superare la barriera stromale del cancro arrivando fino alla radice del tumore, dimostrando di essere in grado di rallentare la proliferazione della malattia e a volte può fermarne la crescita. Inoltre l’Italia è in prima fila nella ricerca contro il tumore del pancreas. Il San Raffaele, per esempio, che lo scorso 6-7 novembre ha ospitato la terza edizione del Pancreatic Cancer Forum, è al primo posto in Europa e tra i primi cinque al mondo per numero di studi indipendenti condotti nel settore”.
“La nostra azienda è lieta di supportare la Seconda Giornata Mondiale sul Tumore del Pancreas – conclude Pasquale Frega Presidente e AD di Celgene Italia, uno degli sponsor dell’evento internazionale -. E’ nostro preciso dovere sviluppare farmaci sempre più innovati ed efficaci in grado di debellare anche le patologie più gravi ed insidiose. Ma vogliamo anche impegnarci in iniziative volte ad incentivare la prevenzione primaria e l’assistenza ai pazienti e il dibattito pubblico su una malattia dai forti connotati sociali come il cancro”.