Da Darwin alla moderna robotica, la mano è al centro di numerosi studi, ricerche e leggende
E’ una parte del corpo fondamentale e grazie a lei compiamo uno dei gesti più comuni al mondo, che però può assumere diversi significati sia nel tempo che nel luogo. Stiamo parlando proprio di lei: la nostra mano. Darwin disse che la mano era ciò che distingueva l’uomo dal resto dei primati, grazie alla quale è riuscito a raggiungere una posizione predominante. Engels, invece, nei suoi scritti ne fece il simbolo del lavoro e della dignità. Nelle mani e nelle ossa si trovano circa metà delle ossa del corpo, infatti vi sono 27 ossa per mano e 26 ossa per piede. In totale sono 106, rispetto alle 206 totali del corpo. Su ogni mano vi sono circa 20mila recettori tattili. Le mani si muovono grazie ai tendini dell’avambraccio e i pollici opponibili ci permettono di afferrare oggetti e di distinguerci dalla stragrande maggioranza di esseri viventi. Lo studio dei fossili ha permesso di comprendere che, lo stiloide della mano sia comparso quando furono inventati utensili e altri strumenti, che necessitavano di essere afferrati. E’ la dimostrazione che, il nostro corpo è portato ad adattarsi ai cambiamenti. Solitamente la stretta di mano è un gesto che viene utilizzato per presentarsi, per salutare, come ringraziamento o accordo. In alcune parti del mondo, però, assume significati diversi. Ad esempio in Nordafrica, ci si stringe la mano e la mano libera la si porta al petto.Ma la sua origine a quale epoca risale? Secondo alcuni studiosi, l’usanza risale all’epoca egiziana, la stretta di mano indicava la validità di un accordo o patto.
In Babilonia, invece, il gesto indicava una forma di rispetto o addirittura il trasferimento dei poteri. Nell’antichità, in Europa, il gesto era comune tra i Signori di famiglie differenti, che stringendosi l’avambraccio rassicuravano l’altro di non avere armi nascoste nelle maniche. Nella tradizione islamica, invece, i fedeli dovevano stringersi la mano; mentre dovevano rifiutarsi di stringerla ad una donna. Perché siamo destri e perché mancini? La risposta è molto semplice. Durante l’infanzia, infatti, uno degli emisferi è portato a prevalere sull’altro. Questo comporta che, ognuno di noi utilizza con maggiore abilità una mano rispetto ad un’altra, in base a quello emisfero prevale. Non solo, questo influisce anche sulla crescita delle unghie. Infatti, per i mancini le unghie della mano sinistra crescono più velocemente e così viceversa. In alcuni casi, questo prevalere non si verifica ed è proprio in questo caso che si parla di ambidestri. Dalla mano derivano diverse unità di misure: la spanna, il palmo e il pollice.Non solo, a questa si riferisce anche la Cueva de las Manos, una caverna situata a Santa Cruz, in Argentina in cui è possibile ammirare le impronte di 729 giovani indigeni, che risalgono a più di 10 mila anni fa. Secondo alcuni studiosi, le impronte dovevano simboleggiare il rito di passaggio dall’età infantile a quella adulta. La bellezza di questa caverna ha fatto si che essa fosse inserita nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, nel 1999. Sempre alla mano è associata la sindrome della mano aliena. Un raro disturbo neurologico, dove la mano sembra avere vita propria impedendo qualsiasi tipo di azione. La sindrome si manifesta dopo una separazione chirurgica degli emisferi cerebrali, che avviene per curare l’epilessia o in seguito a ictus, tumori, infezioni o aneurismi. Tra le altre stranezze, vi è chi è provvisto di sei dita per mano come gli sportivi Antonio Alfonseca e Frank Tolbert, famosi non solo per la loro bravura. Stranezze a parte, questo “strumento” è fondamentale per la nostra vita e la nostra esistenza, nonostante le sia data scarsa attenzione da parte nostra, la mano segna e influenza ogni minuto della nostra storia. E’ per questo che, visto la sua importanza molti scienziati hanno deciso di concentrarsi sulla realizzazione di mani robotiche “comode”, per coloro che hanno subito una amputazione, molto simili alle mani umane.