Via alle celebrazioni per il 50° anniversario dell’alluvione di Firenze: impegno per un futuro più sicuro

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Alluvione Firenze, un anno di celebrazioni per il 50° anniversario dell’alluvione che il 4 novembre 1966 uccise 35 persone

Celebrazioni lunghe un anno per ricordare il 50° anniversario dell’alluvione che il 4 novembre 1966 costò la vita a 17 fiorentini in città e a 18 persone della provincia, tra le quali due bambini di 3 anni, Marina Ripari e Leonardo Sottile, entrambi di Sesto Fiorentino: gli eventi organizzati dal Comitato ‘2016 Progetto Firenze’, che inizieranno a partire dall’inizio del 2016 per concludersi a fine anno, sono stati presentati oggi in Palazzo Vecchio dal sindaco Dario Nardella, dalla vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni, dal presidente del Comitato Mario Primicerio e da Giuliano Bianucci del Comitato ‘2016 Progetto Firenze’. ”Sono trascorsi quasi 50 anni dall’alluvione del 4 novembre 1966 e non sono trascorsi invano perché se pure molte cose non sono state fatte e sono ancora da realizzare, Firenze ha imparato tanto da quell’esperienza – ha detto il sindaco Nardella -: innanzitutto l’amore per il territorio e l’attenzione per i beni culturali. Abbiamo recuperato, anche grazie agli Angeli del fango, un patrimonio immenso e abbiamo sviluppato una sapienza nel prevenire i danni della natura verso i beni culturali e di recuperali in condizioni di emergenza”. ”Il ‘Comitato 2016′ è lo strumento che ci consente di parlare di ciò che è stata l’alluvione del 1966, di come sono passati questi 50 anni e soprattutto di lavorare per il futuro sia in termini di educazione, cultura e progettazione che in termini di impegno concreto per realizzare quelle opere che sono indispensabili a prevenire eventi come quelli vissuti dalla nostra città”, ha detto ancora Nardella.

alluvione_firenze_6”Siamo qui per lanciare una sfida ai nostri giovani e alle nostre comunità – ha spiegato il sindaco -. La lunga serie di eventi per celebrare il 50esimo anniversario dell’alluvione partirà con la chiamata a Firenze degli Angeli del fango di tutto il mondo. A questo evento faranno seguito anche progetti che coinvolgono le scuole e i giovani perché chi non ha vissuto quel 4 novembre del 1966 abbia la consapevolezza e la voglia di prendere il testimone delle generazioni passate”. Il Comitato ‘2016 Progetto Firenze’ ha avviato due anni fa il percorso per celebrare il 50° anniversario della disastrosa alluvione che nel 1966 arrecò gravi danni alla Città e alla Regione con perdite di vite umane e danni irreparabili al patrimonio culturale, artistico ed economico. Oltre sessanta Paesi parteciparono in vari modi alla ricostruzione, al restauro, alla messa in sicurezza, alla ripresa della vita quotidiana. Molte personalità internazionali contribuirono a diffondere la notizia e la gravità della situazione, invitando all’azione e al contributo attivo, ognuno per quanto possibile. E la risposta, corale, concreta, non si fece attendere.

Dal canto loro i fiorentini, i toscani tutti, cittadini, imprenditori e lavoratori, insieme a tanti volontari giunti da ogni angolo d’Italia e del mondo, si rimboccarono le maniche per riportare la città alla normalità e far ripartire le attività economiche, grandi e piccole, sin dalle immediate ore dopo il disastro. Da quell’esperienza, grazie al contributo di tutti, Firenze, la Toscana, uscirono più forti e più consapevoli del proprio ruolo internazionale, e quel preciso modo di affrontare l’emergenza fece scuola nel mondo, per non essere più dimenticato. Il lavoro del Comitato di coordinamento, co-presieduto dal sindaco Nardella e dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, cui aderiscono tutte le principali istituzioni culturali, gli attori dell’intervento ambientale, le Forze armate, le associazioni, ha portato a una vision condivisa: fare dell’evento 50° un grande evento dal quale far discendere attività che mettano a sistema conoscenze e competenze in vista di una nuova consapevolezza sulle tematiche ambientali, della solidarietà, della cultura del patrimonio, avendo i giovani come target primario. L’attività avviata sarà consolidata nel biennio 2016/2017 a partire dal coinvolgimento delle associazioni di categoria e della Camera di Commercio, dei primari soggetti economici, delle imprese di punta del Sistema Toscana.

Il 50esimo anniversario vuole essere quindi il punto di partenza di un processo che mira a coinvolgere cittadini, istituzioni pubbliche, comunità scientifica, aziende, associazioni e soprattutto i giovani e le scuole nella creazione di spazi di ricordo condivisi (documenti, storie, filmati, immagini, ecc.) in cui e attraverso i quali creare una solida conoscenza e una consapevolezza destinata a rafforzarsi e durare nel tempo, in merito all’acqua (sia come risorsa che come potenziale pericolo), alla memoria, alla solidarietà, al lavoro. Il progetto si articolerà in alcune linee di attività improntate alla condivisione della memoria di ieri e di oggi che si sostanzieranno nella realizzazione della Carta di Firenze, di Grandi eventi per l’attualità della memoria, di un Progetto scuola, di eventi internazionali di ringraziamento, di un Centro virtuale di documentazione. La Carta di Firenze si sostanzierà in una dichiarazione che leghi Istituzioni, cittadini, comunità scientifica internazionale, imprese in un percorso di partecipazione e acquisizione di consapevolezza per la creazione di un Centro permanente di documentazione internazionale.

Le attività faranno perno sul lavoro del Comitato tecnico scientifico internazionale, presieduto da Gerald E. Galloway jr, puntando a convergere su appuntamenti di approfondimento culturale, scientifico e tecnico di tutti gli operatori che intervengono a vario titolo sulle tematiche della difesa dalle alluvioni dei cittadini e del patrimonio e della gestione delle risorse idriche in generale. I grandi eventi per l’attualità della memoria saranno organizzati a Palazzo Medici Riccardi, che ospiterà una ricostruzione cronologica attraverso documenti, immagini e testimonianze, con un focus sui danni al patrimonio culturale e sui relativi restauri; a Santa Croce, che sarà teatro di una ricostruzione dell’evento simbolo dell’alluvione – la furia delle acque che si abbatte sul Cristo del Cimabue – e vedrà il ritorno dell’Ultima Cena del Vasari, dopo l’ultimo restauro. Il Progetto scuola, già avviato, si articolerà in una serie di attività che porteranno i giovani della Toscana a conoscere e fare proprio il ricordo dell’alluvione, come momento di memoria attiva e per trovare stimoli e spunti legati alla cultura del patrimonio, della solidarietà, del lavoro per l’ambiente, della protezione civile, del restauro, della prevenzione. In accordo con gli organi della Scuola si creerà un modulo didattico che consenta di entrare in contatto diretto coi giovani e di stimolare laboratori Scuola/Famiglia.

Nell’autunno 2016 saranno organizzati alcuni eventi internazionali di ringraziamento per quanti, a vario titolo, aiutarono Firenze. Il primo sarà dedicato ai sessanta Paesi che supportarono la rinascita e vedrà il coinvolgimento delle diplomazie presenti nel nostro Paese (ambasciate e consolati); il secondo sarà rivolto agli Angeli del Fango in tutto il mondo e alle università italiane e per stranieri, esempi assoluti di cittadinanza attiva e di solidarietà emulati in seguito in occasione di altri disastri naturali. Il terzo sarà intitolato ai Vigili del fuoco, alle Forze armate, alle assistenze e al volontariato, che tanto si adoperarono per aiutare la Toscana tutta. Il Centro virtuale di documentazione sarà il cuore delle attività programmate dal Comitato di Coordinamento di 2016 Progetto Firenze. Lungi dall’essere un Museo nell’accezione di teca immutabile, il Centro virtuale sarà uno spazio per la ”memoria viva” e la cultura delle alluvioni, della prevenzione, della ricostruzione, che accompagnerà e testimonierà il progetto nelle varie fasi delle sue evoluzioni future. Tutto il materiale raccolto sarà spettacolarizzato on line per divenire spazio vivo in cui far crescere consapevolezza sulla salvaguardia dell’acqua e la protezione di se stessi. Ma l’alluvione nel 1966 non colpì solo Firenze. Metà della Toscana di pianura fu invasa dalle acque che causarono vittime e danni gravissimi. A supporto delle attività in sviluppo sul territorio toscano sarà presto promosso il Comitato Toscana 2016.

Parteciperanno al percorso descritto anche le associazioni di categoria e i sindacati, che contribuiranno a raccontare la storia per rendere attuale il modello di una Toscana che sa risollevarsi dalle sciagure. A fine novembre 2015 è previsto un incontro col mondo del lavoro per mettere a fuoco i programmi e le attività del cinquantesimo anniversario.

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