Mentre normalmente si ritiene che gli esopianeti senza nuvole possano ospitare acqua allo stato liquido, la ricerca ha mostrato che, apparentemente, sui pianeti gioviani potrebbe essere presente acqua
Finora gli astronomi hanno scoperto almeno 2000 pianeti che orbitano attorno alle loro stelle. Alcuni di questi sono pianeti gioviani caldi: orbitano molto vicino alle loro stelle ed è molto difficile studiarli senza essere “abbagliati” dalla luce. A causa di questo ostacolo, Hubble ha studiato solo pochi pianeti gioviani nel passato, con lunghezze d’onda limitate. Ora, un team internazionale di astronomi è riuscito a trovare una soluzione al problema, dando vita alla più grande ricerca sui pianeti di cui sopra, riuscendo ad esplorare e comparare 10 di questi nel tentativo di studiarne l’atmosfera: è stato quindi creato il più grande catalogo spettroscopico relativo alle atmosfere dei pianeti.
Grazie ai telescopi Hubble e Spitzer il gruppo ha analizzato i corpi celesti, che mostrano una serie differente di masse, dimensioni e temperature, spaziando su un vasto range di lunghezze d’onda. Tutti i pianeti oggetto di studio percorrono un’orbita che li porta a trovarsi tra la stella attorno alla quale orbitano e la Terra: quando l’esopianeta passa di fronte alla stella, parte della luce viaggia attraverso l’atmosfera esterna del pianeta, ed è così che “l’atmosfera la scia la sua impronta unica sulla luce, che poi possiamo studiare quando ci raggiunge,” ha dichiarato Hannah Wakeford, coautrice dello studio, scienziata del NASA Goddard Space Flight Center. Queste “impronte” hanno consentito al team di estrarre le caratteristiche di ciascun corpo celeste e di poter distinguere, ad esempio, tra pianeti con o senza nubi. Mentre normalmente si ritiene che gli esopianeti senza nuvole possano ospitare acqua allo stato liquido, la ricerca ha mostrato che, apparentemente, sui pianeti gioviani potrebbe essere presente acqua nonostante vi sia presenza di foschia e nubi, che tendono a nascondere il prezioso oggetto di ricerca.
La ricerca “A continuum from clear to cloudy hot-Jupiter exoplanets”, è stata pubblicata oggi sulla rivista Nature, a firma di: David K. Sing (University of Exeter, UK), Jonathan J. Fortney (University of California, Santa Cruz; USA), Nikolay Nikolov (University of Exeter, UK), Hannah R. Wakeford (University of Exeter, UK), Tiffany Kataria (University of Exeter, UK), Thomas M. Evans (University of Exeter, UK), Suzanne Aigrain (University of Oxford, UK), Gilda E. Ballester (University of Arizona, USA), Adam S. Burrows (Princeton University, USA), Drake Deming (University of Maryland, USA), Jean-Michel Désert (University of Colorado, USA), Neale P. Gibson (Queen’s University Belfast, UK), Gregory W. Henry (Tennessee State University, USA), Catherine M. Huitson (University of Colorado, USA), Heather A. Knutson (California Institute of Technology, USA), Alain Lecavelier des Etangs (CNRS, France), Frederic Pont (University of Exeter, UK), Adam P. Showman (University of Arizona, USA), Alfred Vidal-Madjar (CNRS, France), Michael H. Williamson (Tennessee State University, USA), Paul A. Wilson (CNRS, France).