Capodanno, felice anno nuovo: storia e curiosità sul primo giorno dell’anno

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Nel mondo moderno, il Capodanno cade il 1 gennaio del calendario gregoriano, in uso ai fini civili in tutto il globo. Ecco le sue origini storiche per un felice anno nuovo

Capodanno è il primo giorno dell’anno. Nel mondo moderno, il Capodanno cade il 1 gennaio del Calendario gregoriano, in uso ai fini civili in tutto il globo. Ma quali sono le sue origini storiche? I romani chiudevano l’anno con i Saturnali, feste in onore del dio Saturno, festeggiando l’inizio del nuovo anno il 1 gennaio, con le celebrazioni in onore del dio Giano, da cui trae origine, oltretutto, il nome del mese di gennaio.

GIANO CAPODANNOFu il calendario giuliano, promulgato da Giulio Cesare, fondatore dl sistema di governo imperiale, nella sua qualità di Pontefice Massimo nel 46 a.C., a fissare l’inizio dell’anno il 1 gennaio, mentre prima era il 1 marzo. Giano veniva considerato il dio dell’apertura, dell’inizio, del principio di ogni azione, tanto che non era possibile intraprendere nessuna impresa militare, commerciale, artigianale , senza essersi propiziati il suo favore. Giano, dio del principio della vita, che proteggeva il concepimento e presiedeva alla nascita del mondo e di tutte le creature, Janus Pater (padre di tutti gli uomini) dimorava sul colle del Gianicolo (che, in latino, significa “ luogo abitato da Giano) da cui regnava, insegnando ai primitivi abitanti del Lazio l’agricoltura, i costumi del vivere civile e il rispetto della legge. Giano, come noto, veniva rappresentato con una testa e due volti, simili ed entrambi barbuti, di aspetto sereno; che secondo la leggenda gli consentivano di vedere il futuro e il passato. Tornando al calendario giuliano, esso fu poi ripreso da papa Gregorio XIII , che introdusse il calendario gregoriano nel 1582 con la bolla papale Inter gravissimas. Quest’ultimo si basa sull’anno solare, cioè sul ciclo delle stagioni. L’anno è composto da 12 mesi con durate diverse, da 28 a 31 giorni, per un totale di 365 o 366 giorni. L’anno di 366 giorni è detto bisestile. Tale ripetizione avviene ogni 4 anni con alcune eccezioni. Fu nel 1691 che Papa Innocenzo XII decretò il 31 dicembre come unico appuntamento per tutti i popoli di fede cristiana.

Si tratta del giorno che la Chiesa dedica a San Silvestro, il Pontefice che battezzò l’imperatore Costantino, segnando così il passaggio storico dalla Roma pagana a quella cristiana. A loro si deve la prima Basilica di San Pietro e le successive di San Paolo fuori le mura, San Giovanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme. Da questo momento in poi il Capodanno è celebrato da tutti, cristiani e non, alla fine del mese di dicembre, e come è capitato per molte altre feste, le ricorrenze cattoliche sono entrate a far parte della tradizione laica. Non bisogna dimenticare però le ricorrenze di altre comunità come quella ebraica che celebra il Capodanno a settembre, le popolazioni cinesi che iniziano i festeggiamenti nel giorno della seconda luna piena dopo il 21 dicembre, o quello islamico che cade tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. Facendo un salto ancora più indietro nella storia, una sorta di Capodanno, anche se non propriamente come noi oggi lo conosciamo, si festeggiava in Mesopotamia sin dai remoti giorni del II millennio a. C. I Mesopotamici credevano che l’universo fosse nato dopo una violenta lotta fra il loro dio Marduk e la dea del caos Tiamat. La vittoria andò a Marduk che, con la forza, impose l’ordine sul caos. Ogni anno la sua impresa era commemorata all’arrivo delle piogge portatrici di vita.

Dato che il re rappresentava l’ordine, per circa 11 giorni si ritirava e la popolazione ricreava letteralmente il caos, bevendo, permettendo agli schiavi di insultare i padroni e commettendo atti immorali. Per quella particolare occasione, tutti gli dei babilonesi erano portati in città e partecipavano ad una solenne processione, per aiutare Marduk a vincere la battaglia contro Tiamat. La grande battaglia veniva rivissuta attraverso la lettura pubblica dell’Enuma elish, l’epopea della creazione che ne narrava la storia. In quelle occasioni era normale assistere a riti di esorcismo e altre usanze esoteriche nel tentativo di scacciare gli spiriti maligni che turbavano l’armonia. Si trovano cenni alla celebrazione del Capodanno anche tra gli antichi Egizi. Qui la protagonista diventava Hathor, la dea dell’amore e della gioia, della musica e della danza. Divenuta in seguito la regina dei morti, aiutava questi ultimi a raggiungere il cielo con una scala. Il giorno di Capodanno era l’anniversario della sua nascita ed era celebrata con grandi feste. Prima dell’alba le sacerdotesse portavano fuori sulla terrazza l’immagine di Hathor per esporla ai raggi del sole nascente. Il tripudio che seguiva era un pretesto per darsi ad una vera e propria orgia, e il giorno si concludeva fra canti e vino.

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