Il 31% degli italiani ha tagliato la spesa per i divertimenti di Capodanno
Per il cenone di Capodanno si prevede che saranno destinati in media 95 euro a famiglia, il 25% in più dello scorso anno: ciò secondo un’indagine Coldiretti/Ixè dalla quale si evidenzia che gli italiani quest’anno preferiscono avere una buona cena piuttosto che uscire nelle piazze, al cinema, a teatro, nei concerti o nelle discoteche, dopo i recenti fatti di cronaca. Il 31% degli italiani ha tagliato la spesa per i divertimenti di fine anno. “Quasi due italiani su tre (63%) consumeranno a casa il cenone di fine anno, divisi tra chi preferisce organizzare nella propria abitazione (39%) e chi è stato invitato da amici o parenti (32%) mentre tra chi sceglie di mangiare fuori, il 9% va al ristorante e il 3% preferisce l’agriturismo dove cresce la presenza di giovani che trascorrono la notte più lunga dell’anno nella tranquillità delle campagne facendosi tentare dalle golosità gastronomiche tradizionali presenti sulle tavole imbandite degli agriturismi senza farsi sconvolgere dalle chiassose feste in piazza e dalle lunghe serate delle discoteche. Dopo spumante e panettone, sul podio dei prodotti irrinunciabili delle feste di fine anno salgono il cotechino o lo zampone che vengono gustati a tavola da più di due italiani su tre (67%) spesso in accoppiata con le lenticchie (80%). Sul 59% delle tavole ci sarà l’uva ma il segno di una maggiore attenzione all’economia nazionale e alla sobrietà dei comportamenti viene anche dal fatto che le ostriche rimangono un must per appena il 13% degli italiani, anche se il 58% non rinuncia al salmone. Si stima che saranno serviti 6,5 milioni di chili di cotechini e zamponi con una netta preferenza per i primi. ll rinnovato interesse per questi pregiati prodotti della salumeria ‘Made in Italy’ è accompagnato la presenza delle lenticchie. Tra le più note quelle del Castelluccio di Norcia Igp, ma anche quelle inserite nell’elenco delle specialità tradizionali nazionali come le lenticchie di S.Stefano di Sessanio (Abruzzo), di Valle agricola (Campania), di Onano, Rascino e Ventotene (Lazio), Molisane (Molise), di Villalba, Leonforte, Ustica e Pantelleria (Sicilia) o umbre quali ad esempio quelle di Colfiorito. Se lenticchie e cotechino hanno un consumo soprattutto nazionale per lo spumante italiano la maggioranza dei botti avverranno all’estero dove per le sole festività di fine anno salgono a 190milioni le bottiglie stappate fuori dai confini italiani secondo una stima della Coldiretti. Si tratta di un record storico per lo spumante made in Italy all’estero dove si registra un balzo del 13% nelle bottiglie esportate, sulla base dei dati Istat nei primi nove mesi del 2014. All’estero non sono mai state richieste cosi tante bollicine italiane come quest’anno, in netta controtendenza alle difficoltà dell’economia nazionale. Anche in Italia si registra dopo sette anni di riduzioni una svolta positiva con 52 milioni di tappi di spumante made in Italy che salteranno nelle feste di fine anno, in aumento del 4%.”