Per gli agronomi mondiali, l’accordo di Parigi è una delle grandi sfide che comporterà un cambiamento nel modo di produrre e nella gestione del territorio
La conferenza del clima di Parigi è terminata e nonostante tutto, molti sembrano entusiasti ed inclini a rispettare quanto stabilito. Secondo gli agronomi “l’accordo Cop21 cambierà il modo di produrre così come quello della gestione del territorio – dichiara Andrea Sisti, presidente della World Association of Agronomists -. Un grande accordo politico fondamentale per il futuro del pianeta in cui una delle grandi sfide dovrà essere quella di migliorare la capacità dei territori di produzione e lo sviluppo di tecniche agrarie in grado di contribuire alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici. Una sfida che gli agronomi mondiali hanno già raccolto tracciando le linee del cambiamento con il progetto Global Farm 2030 basato sul principio della sostenibilità“. La Global Farm 2030 è un progetto voluto dalla World Association of Agronomist che vedrà la collaborazione di Fao, Unesco e Ifad-Wfp-Ipcc. “Ricerca, elaborazione e comunicazione delle migliori pratiche per la sostenibilità attraverso la comparazione dei metodi di produzione e gestione del territorio nei diversi contesti rurali e urbani è l’obiettivo della nostra azione. Svilupperemo degli indicatori per evidenziare i flussi di innovazione tra i Paesi e le comunità locali – prosegue – e codificheremo standard internazionali per la professione universale dell’agronomo per la responsabilità sociale nella pianificazione e progettazione del cibo per lo sviluppo sostenibile, nel rispetto della diversità dei territori e delle comunità locali“. “Il settore agricolo può svolgere un ruolo chiave nelle strategie di mitigazione e adattamento a basse emissioni e aumento della resilienza attraverso il miglioramento delle tecniche di produzione e la promozione di un’agricoltura sostenibile che salvaguardi la biodiversità. Flessibilità agronomica e adattabilità dei sistemi agricoli sono il binomio per il futuro e la sfida che gli agronomi mondiali lanciano a conclusione della conferenza sul clima“, ha concluso il presidente Sisti.