Si sta svolgendo la Cop21 e in Italia si è soliti divenire esperti del settore confondendo spesso le idee di chi ascolta o legge articoli sui cambiamenti climatici
In una bellissima intervista pubblicata su Scienza In Rete, il Presidente di Proambiente e Dirigente di Ricerca dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR di Bologna Sandro Fuzzi esprime alcune dichiarazioni molto interessanti: “In questi giorni si sta svolgendo la XXI Conferenza delle Parti il cui obbiettivo è quello di trovare un accordo che possa contenere le conseguenze prodotte dai cambiamenti climatici, traducendosi in una riduzione delle emissioni di gas serra e in finanziamenti che possano aiutare gli Stati in Via di Sviluppo, ad attuare le misure richieste. Nonostante gli attentati di quasi un mese fa, il Presidente Hollande ha voluto mantenere l’evento, da cui si spera siano elaborati risultati migliori di quanto fatto a Copenaghen. Per quanto la tematica sia attuale, pochi o quasi nessuno ha bene in mente cosa siano e cosa comportino i cambiamenti climatici e quale sia lo scopo della Conferenza delle Parti. E’ necessario partire allora da un documento chiave del problema, il V Assesment Report (AR5) del Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Dal documento si evince che il riscaldamento globale è evidente e l’attività umana influenza notevolmente il clima, tanto da essere responsabile dei mutamenti e dei pericoli naturali, che il nostro Pianeta è costretto a vivere. Sull’origine dei cambiamenti climatici però la comunità scientifica si divide. Infatti, per quanto il 98% degli scienziati ritiene che, le conclusioni dell’IPCC siano esatte, vi è una piccola percentuale pari al 2% che dissente profondamente su quanto detto. Aldilà delle nozioni prettamente scientifiche, anche in Italia si discute del problema e a farlo non è solo la comunità scientifica, ma chiunque si avvicini minimamente al problema, riempiendo gli schermi e i giornali di opinioni prettamente personali o “per sentito dire”.
““Onorevole”, direbbero alcuni, fino a quando però non ci si mascheri di esperti di una tematica, che non conosciamo dettagliatamente. Questa pratica fa si, che nella mente dell’italiano medio, la posizione di un politico o star di turno sia equiparata a quella di un qualsiasi esperto. Esemplare è l’esempio di Marco Cattaneo, sul suo blog Le Scienze il quale spiega che, in Italia vi è un aumento di scienziati, che esprimono opinioni o sostengono tesi, senza averne mai studiato le origini o comunque senza aver mai pubblicato ricerche, articoli o libri sull’argomento. Insomma, nel nostro Paese, si ha l’abitudine di si travestirci da climatologi. Perchè questo ha così tanta importanza? Cattaneo spiega che, all’interno della comunità scientifica qualsiasi tipo di dibattito si è soliti farlo su argomenti trattati nella letteratura scientifica e non per sentito dire. Perchè la comunità scientifica accetta questi atteggiamenti? Una prima ipotesi è che, i cambiamenti climatici o il clima in generale racchiuda diversi tipi di competenze dalla fisica alle scienze sociali ed economiche. La seconda ipotesi è che si utilizzi questo tema per esibire le proprie conoscenze seppur minime su questo o quell’altro tema. Pur non esistendo una risposta a tale problema, resta il fatto che vi è un susseguirsi di tesi contrarie tra loro, che producono confusione nella testa di chi li ascolta e non permette ai normali cittadini di comprendere il problema, le sue cause e le sue conseguenze; affidandosi al parere del primo “scienziato” arrivato.