Cop21 in dirittura d’arrivo con battute finali che si fanno sempre più pressanti ed intense
Battute finali per la Conferenza sul Clima di Parigi, che terminerà domani con un giorno di ritardo. Il presidente Laurent Fabius ha annunciato la presentazione di un progetto di accordo per le 9 di domani mattina. Nell’accordo dovrebbe essere previsto il decisivo riferimento alla soglia degli 1,5°C, un riferimento che per il ministro italiano dell’ambiente Galletti rappresenta effettivamente “il cuore dell’accordo”.
“Al termine delle consultazioni che avrò a breve, sarò in grado, domani mattina alle 9, di presentare all’insieme delle parti un testo che, ne sono sicuro, sarà approvato e sarà un grande passo in avanti per tutta l’umanità”, ha dichiarato alla stampa Fabius. “Siamo quasi in fondo alla strada, sono ottimista“, ha aggiunto. “Abbiamo lavorato molto questi ultimi giorni e stamattina ancora, abbiamo terminato il lavoro collettivo solo stamattina alle 6”.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il leader cinese, Xi Jinping, sono determinati a raggiungere un accordo “ambizioso” sul clima, al vertice di Parigi (COP21). Lo ha riferito la Casa Bianca, dopo la telefonata tra i due leader. “Dopo le fruttuose telefonate in settimana – si legge in un comunicato della Casa Bianca – con il primo ministro indiano, Narendra Modi, con il presidente francese, François Hollande, e la presidente brasiliana, Dilma Rousseff, il presidente Obama ha parlato al telefono, la scorsa notte, con il presidente cinese, Xi Jinping, per coordinare gli sforzi alla conferenza sul clima in corso a Parigi”. “Entrambi i leader – si legge ancora – sono d’accordo sul fatto che la conferenza di Parigi rappresenti un’opportunità cruciale per stimolare gli sforzi globali e affrontare la sfida del cambiamento climatico”. I due presidenti “si sono impegnati affinché i loro negoziatori a Parigi continuino a lavorare insieme e con gli altri, a stretto contatto, per realizzare l’idea di un accordo ambizioso per il clima”.
“Una decisione definitiva per l’umanità”: il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha lanciato un appello ai negoziatori della Conferenza Internazionale sul Clima perché giungano ad un accordo definitivo. “Questo negoziato è molto complicato, molto difficile, ma anche estremamente importante per l’umanità: ci rimangono solo poche ore” per portare a termine la trattativa, ha avvertito Ban.
“L’accordo è in itinere quindi lo valuteremo nel suo complesso alla fine, perché i punti aperti sono ancora tanti e soprattutto determinanti per valutare la qualità dell’accordo stesso, ma qui troveremo la soluzione a molti problemi, e per i punti che resteranno aperti da Parigi potremmmo avere nel corso delle revisioni del trattato l’occasione per avvicinarci sempre di più all’obiettivo, questo è il processo negoziale messo in piedi”. Così ministro dell’ambiente italiano Gian Luca Galletti. “Continuo a dire che a Parigi si apre un processo che durerà per 85 anni, fino al 2100 e comunque questo è un dato già di per sè stesso estremamente positivo – conferma Galletti -. Perché per la prima volta tutti i paesi del mondo hanno la consapevolezza di avere un problema e si sono seduti attorno a un tavolo per trovare una soluzione. Io, come Italia, sono soddisfatto del fatto che nella bozza ci sia il riferimento a 1,5 gradi, un obiettivo che noi ci eravamo dati fortemente, perché credo che abbia un senso anche morale ed etico, che poi è il cuore dell’accordo”, aggiunge il ministro, per il quale “questo è un accordo che deve salvare tutti, che include tutti, e il fatto di avere il riferimento a 1,5 gradi significa avere un accordo che salva tutti, altrimenti alcuni non si salvano”. Sarà poi “il primo accordo che gestisce collegialmente” non una situazione statica ma “un processo di sviluppo, di sviluppo sostenibile”. L
“Siamo a un punto di svolta”, ha confermato Lord Nicholas Stern, economista britannico e presidente dell’Ínstitute on Climate Change and the Environment della London School of Economics Stern in riferimento all’ultima bozza presentata ieri da Laurent Fabius. “Il testo contiene dei buoni progressi”. Ma Stern ha voluto evidenziare in particolare che il “segnale grandioso” che questo accordo darà all’economia globale “è la chiarezza della direzione che stiamo prendendo: coloro che oggi devono decidere degli investimenti avranno molta più fiducia nel fatto che sarà il settore a basse emissioni a dare profitti mentre il settore delle fossili comporterà dei rischi, dei grandi rischi finanziari. Questo è l’ottimo segnale che arriva da Parigi”. “Fondamentalmente – conclude Stern – che la gente adesso sa che la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio è la grande scommessa del futuro e la fiducia che questo segnale darà a coloro che devono decidere gli investimenti, dai piccoli contadini dei paesi in via di sviluppo fino al settore estrattivo pubblico del nord del mondo, questa fiducia farà la differenza. Per questo le prossime 24 ore saranno un turning point”.
Il Brasile ha poi annunciato di essersi unito alla cosiddetta “High ambition coalition” un gruppo di paesi sviluppati e in via di sviluppo che sta facendo pressione per arrivare a Parigi a un accordo “ambizioso” che blocchi il global warming. Nel corso di un incontro questo pomeriggio alla COP21 il ministro degli Esteri del Brasile, Izabella Teixeira, ha annunciato che il suo Paese rafforza l’impegno verso un “accordo equo, equilibrato, ambizioso e a lungo termine”. “Se si vogliono fermare i cambiamenti climatici, sono necessarie ambizione e volontà politica, e il Brasile vuole sostenere la high ambition coalition”. Per Greenpeace: “Questa decisione del Brasile potrà cambiare l’intera dinamica in queste ultime ore della conferenza”.