Per il ministro Galletti è importante che dopo Parigi sia dia vita ad un meccanismo di verifica degli impegni presi
L’Italia ha diversi problemi da risolvere per ciò che riguarda la tematica ambientale. Un territorio martoriato dal dissesto idrogeologico, una lenta burocrazia che impedisce alle energie rinnovabili di essere punto di forza di un Paese che, allo stesso tempo, desidera ardentemente di tutelare l’ambiente e i propri spazi verdi. E tra terra di fuochi e case abusive, il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ai microfoni di Radio anch’io in diretta da Parigi, dove si trova per la Cop21 spiega che “la situazione italiana e’ sicuramente a luci e ombre: stiamo molto in avanti per quanto riguarda la soluzione delle energie rinnovabili e non c’e’ dubbio che la green economy abbia fatto un buonissimo passo avanti negli ultimi anni. Poi, abbiamo delle ombre, come la pianura padana, la terra dei fuochi, alcune bonifiche da fare e il dissesto idrogeologico“. La Cop21 mira a trovare un accordo che possa salvaguardare il pianeta e che allo stesso tempo garantisca un rispetto perpetuo delle norme, che qui saranno elaborate. Per il ministro dell’Ambiente “è importante che da Parigi incominci un percorso di governance del processo. E’ un nodo fondamentale, quasi più importante degli obbiettivi che ci diamo. Il meccanismo di verifica é più importante di tutto: dopo Parigi bisognerà incontrarsi ogni 3, 5 anni per vedere ogni Paese cosa ha fatto, se ha rispettato gli impegni presi e come le ha fatte, con quali criteri. E in quell’ambito ci si possono dare anche obbiettivi più virtuosi“.