Sarà necessario trovare la soluzione migliore per garantire lo spirito collaborativo tra le Nazioni, che difficilmente si è riusciti a raggiungere nelle precedenti COP
Inizia la seconda settimana della COP21, la Conferenza Onu sul Clima che si sta svolgendo al centro congressi di Le Bourget, a Nord di Parigi. A far ancora discutere i leader di tutto il mondo è l’importante obiettivo di fermare non oltre i 2°C l’aumento della temperatura globale. Il prossimo passo sarà quello in cui i negoziatori saranno “sostituiti” dalle delegazioni ministeriali, che insieme stanno stilando una serie di bozze dell’accordo tra le Nazioni. La palla passa dunque ai governi, nella fase politicamente più delicata della conferenza sul clima.
Il testo finale dell’accordo, che non verrà chiuso se non alla consegna, per il timore di molti delegati di vedere alle fine non incluse determinate clausole, vedrà formarsi il suo corpo principale nei prossimi sette giorni. Ora si dovrà decidere tra due ipotesi: affidare ai ministri la gestione e presidenza di nuovi gruppi di lavoro, veri spin-off dedicati delle sessioni tecniche di negoziato appena concluse, oppure scegliere la strada del formato tavola rotonda, con tutti i governi chiamati a lavorare gomito a gomito per quello che resta della COP di Parigi. Sicuramente sarà necessario trovare la soluzione migliore per garantire lo spirito collaborativo tra le Nazioni, che difficilmente si è riusciti a raggiungere nelle precedenti COP.