Il testo dell’Accordo di Parigi è stato accettato da tutti i partecipanti, segnando un momento storico per i negoziati sui cambiamenti climatici
“L’Accordo di Parigi rappresenta un momento molto importante per le politiche sui cambiamenti climatici e per la ricerca scientifica. I contenuti del testo, infatti, si fondano sulle conoscenze prodotte dalla comunità scientifica internazionale negli ultimi anni e indicano l’importanza che la ricerca avrà in futuro per fornire strumenti e ulteriori conoscenze necessarie a raggiungere gli obiettivi definiti dall’accordo”. Con queste parole Antonio Navarra, Presidente del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, commenta l’esito della COP21, la Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite che si è conclusa sabato 12 dicembre 2015.
Il testo dell’Accordo di Parigi è stato accettato da tutti i partecipanti, segnando un momento storico per i negoziati sui cambiamenti climatici. L’Accordo indica l’obiettivo di lungo termine che consiste nel contenere l’aumento della temperatura al di sotto dei 2°C e perseguire gli sforzi di limitare l’aumento a 1.5°C. Sono inoltre indicati percorsi necessari a raggiungere il compimento dell’obiettivo principale. Tra questi si parla delle strategie di mitigazione che riguardano la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, il ruolo delle foreste per l’assorbimento delle emissioni, strumenti necessari per fare periodicamente il punto sui progressi compiuti in questa direzione. Una menzione esplicita è dedicata anche al tema dell’adattamento in merito al quale è dichiarata l’attenzione di tutti, in particolare, i Paesi più ricchi si impegnano a supportare i Paesi in via di sviluppo. Azioni concrete per quello che riguarda l’adattamento chiamano in causa la realizzazione e il trasferimento di tecnologie che migliorino la resilienza di tutti, in particolare delle aree più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici, e che contribuiscano a ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
“Sono tutti argomenti rispetto ai quali la ricerca scientifica è, e sarà in futuro, chiamata a svolgere un ruolo molto importante. Se l’ultimo rapporto dell’IPCC, la cui pubblicazione si è conclusa nell’ottobre 2014, è la raccolta più completa e aggiornata della conoscenza scientifica prodotta a livello globale sui cambiamenti climatici, l’Accordo di Parigi rappresenta un ulteriore passo che mostra la complessità del tema. I cambiamenti climatici chiamano in causa molteplici aspetti dei nostri sistemi sociali, economici e ambientali, richiedono strategie d’intervento a livello internazionale, ma anche azioni a livello nazionale e locale. Affrontarli in maniera efficace vuol dire essere protagonisti di una sfida che richiede, come sottolineato dall’Accordo di Parigi, le tecnologie più efficienti, le innovazioni più avanzate, una collaborazione tra discipline e uno scambio di conoscenze come forse non era mai stato richiesto prima”, conclude Antonio Navarra commentando l’Accordo di Parigi. “Io sono convinto che la comunità scientifica saprà accogliere questa sfida e fare del proprio meglio per contribuire quanto più possibile a trovare le soluzioni e gli strumenti necessari ad affrontare in maniera efficace i cambiamenti climatici”.