E’ stata presentata alla Cop21 l’iniziativa che limita la produzione di “gas flaring” entro il 2030
In occasione della XXI Conferenza della Parti di Parigi, il summit della Nazioni Unite sul Clima è stata lanciata una nuova iniziativa, che pone un limite fissato al 2030 al “gas flaring”, la combustione di gas in tutti i siti di estrazione mondiali di greggio. L’iniziativa ha visto la firma di 45 governi, aziende petrolifere e altre organizzazioni e porterà ad un risparmio di 100 milioni di tonnellate annue di emissioni di CO2. L’iniziativa era stata voluta dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon e dal presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim. Attualmente, i governi firmatari di tale iniziativa producono oltre il 40% di gas flaring globale. Risultava fondamentale un’iniziativa a tal proposito. “L’industria petrolifera e del gas ha la responsabilità di azzerare il gas flaring. Mettere fine alla routine del gas flaring non solo evita l’immissione nell’atmosfera di milioni di tonnellate di CO2, ma contribuisce anche a migliorare le vita delle persone che vivono nei pressi dei siti di estrazione. Se fossero convertito in elettricità, i gas combusti ne produrrebbero a sufficienza per tutto il continente africano. Allora, cosa stiamo aspettando?”, dichiara Anita Marangoly George, responsabile per le energie della World Bank . Il gas flaring prevede la combustione del gas naturale in eccesso, cioè prodotto al momento della estrazione del petrolio, perchè risulta troppo costoso costruire delle infrastrutture che possano distribuirlo. La combustione produce CO2, attualmente sono stati bruciati 140 miliardi di metri cubici di gas, che causano 350 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno. Gli ultimi governi e compagnie petrolifere che si sono unite all’iniziativa sono la Germania, il Messico, l’Olanda, il Peru, il Turkmenistan, lo stato della California, BP, ETAP (Tunisia), Galp Energia (Portogallo), KazMunayGaz (Kazakhstan), Niger Delta Petroleum Resources (Nigeria), India`s Oil and Natural Gas Corporation Limited (ONGC), Seven Energy (Nigeria), Sonangol (Angola) e Wintershall (Germania).