Le parole che tutti noi useremo in futuro provengono dai social, dove lo sfogo ed il divertimento non mancano mai. Battute e neologismi nati per dimenticare i danni della finanza e dalla crisi internazionale
Il vocabolario Zingarelli, ogni anno, secondo tre specifici criteri, che sono quelli della frequenza, qualità e persistenza, seleziona le ‘nuove’ parole degne di avere un futuro nella lingua italiana. Le nuove parole però, al giorno d’oggi, non vengono da scienziati, filosofi o letterati, come anni fa, ma provengono tutte dal web!
I neologismi, in questo ultimo periodo e con un trend che andrà man mano crescendo, sono frutto della fantasia di chi naviga e comunica online o dei nomi tecnici attribuiti ai danni combinati dalle banche durante questi anni di crisi. Ad esempio, nel 2016, “supercazzola” e “paraculaggine” entreranno ufficialmente a far parte dei dizionari.
Forse l’esortazione a mostrare il seno, che tanto successo sta avendo grazie all’hashtag #escile, non entrerà mai nei prossimi vocabolari italiani ma sicuramente non smetterà di essere attuale nel 2016. Je suis Paris/Charlie continueranno ad essere usati come sinonimo di libertà d’espressione e resistenza a ogni forma di terrorismo. Gender e Trans saranno lo spettro dei difensori della famiglia tradizionale; il termine riscoperto sentinelle avrà un significato del tutto nuovo. Ecco i 10 neologismi:
1) Escile
L’hasthag del 2015 #escile, vero e proprio tormentone in ogni contesto, è usato per incitare modelle molto formose e famose a mostrare il seno è destinato a diventare un modo di dire comune per esternare ciò che ognuno di noi vorrebbe nascondere. È una parola che nel gergo social è definita “ignorante” e proprio in questo risiede la sua forza.
A proposito di ignoranza, tra i vari generi di comicità, quella che attira il maggior numero di consensi è quella detta “ignorante”. Un misto di sfogo, volgarità e gusto per la sozzeria gratuita. Il dire quello che tutti pensano ma nessuno ha il coraggio di firmare a proprio nome
3) Bail-in
Termine tecnico che tratta del meccanismo di salvataggio di un Paese da parte del sistema bancario “dall’interno”
4) Mal di Crozza
Indica l’antipatia di un politico travolto dalle battute e dalla presa in giro del comico Maurizio Crozza
Termine caduto in disuso ma che tornerà più forte che mai nel 2016 in maniera ironica per indicare i luoghi in cui sono esposte le opere di Bruno Vespa.
6) Lacrime D’Urso
Sostituiscono letteralmente la dicitura “lacrime di coccodrillo”, ma in questo caso sono causate da un’indigestione di luoghi comuni sentimentali e da espressioni facciali eloquenti della conduttrice Barbara D’Urso durante le sue trasmissioni
7) Canone in bolletta
L’inserimento del canone Rai in bolletta sancirà definitivamente il matrimonio tra politica e TV di Stato.
8) Cooking show
Termine volgare, che si utilizza per affermare che un determinato show televisivo ci sta molto antipatico e ci annoia.
Lo scenario politico mondiale ci mette di fronte a una forma di conflitto strana in cui tutti hanno interessi da nascondere, ma la vera guerra si combatte solo in alcune aree perennemente critiche.
10) Grexit
Termine sempreverde, che riprende il debito greco e che ogni 6 mesi si ripropone alimentando le peggiori fantasie di terrorismo economico e disgregazione dell’UE.