Un fiore all’occhiello per la sanità italiana, il Barolat Neuromodulation Institute Europe è specializzato nella neurostimolazione per attutire il dolore cronico
Oltre 90 pubblicazioni scientifiche all’attivo, un centro a Denver che porta il suo nome e un altro a Como aperto da pochi anni. Il torinese Giancarlo Barolat, 65 anni, è un medico che da quattro decenni si occupa di alleviare il dolore cronico non-oncologico, intervenendo in quei casi in cui il danno al sistema nervoso provoca un dolore che non può essere guarito, ma che tuttavia è così insistente da interferire con le attività quotidiane, per il resto della vita.
Barolat è stato un pioniere nel campo della neurostimolazione per il controllo del dolore: negli anni ha impiantato 8.000 device e oggi è considerato un punto di riferimento mondiale del settore. «Ci sono dolori che non hanno una causa chiaramente riconoscibile (per esempio la maggior parte delle cefalee) o che ne hanno una che non è curabile – afferma Barolat -. Nei nostri centri trattiamo pazienti che soffrono di dolore cronico, ossia che dura da più di tre mesi, e che non hanno trovato beneficio dai trattamenti finora eseguiti o dalla chirurgia. È un problema che riguarda milioni di persone, che soffrono soprattutto di mal di schiena, dolori lombari, dorsali, cervicali, alle articolazioni e mal di testa. Negli Stati Uniti è piuttosto comune cercare una soluzione a queste problematiche, mentre in Europa in generale, e in Italia in particolare, è ancora diffusa l’idea che il dolore debba essere sopportato e curato solo se oncologico. Purtroppo si tratta di situazioni invalidanti, che arrivano a compromettere la quotidianità e spesso riguardano persone giovani, condannate a soffrirne per tutta la vita. La terapia convenzionale consiste di solito nella somministrazione di antidolorifici o oppiacei: sul lungo periodo, tuttavia, l’effetto tossico può superare quello terapeutico».
Nato a Torino, dopo la laurea in Medicina e Chirurgia nel 1974 e la specializzazione in Neurochirurgia in Italia, ha proseguito gli studi negli Stati Uniti studiando al Mount Sinai Medical Center di Miami, in Florida e al Medical College of Wisconsin. Fino al 2004, è stato dirigente medico del Reparto di Neurochirurgia Funzionale e Servizi Neurochirurgici nell’Ospedale Universitario Thomas Jefferson (TJUH) a Philadelphia. È abilitato dal Consiglio sia della Società Italiana di Neurochirurgia che di quella Americana. Presidente della International Neuromodulation Society per due volte consecutive, è membro del Consiglio della Società di Neuromodulazione americana e della Direzione Editoriale della rivista Neuromodulation.
L’intuizione di Barolat è stata applicare sistematicamente e a diversi livelli la neurostimolazione, già utilizzata in altri settori, anche per il dolore cronico non oncologico. La neurostimolazione consiste in una stimolazione elettrica del sistema nervoso che sostituisce il dolore con un altro impulso, che funziona nel 75/80% dei casi. «Di solito i pazienti provano ogni tipo di trattamento per trovare sollievo al dolore, raramente ricavandone benefici duraturi. Per questo ho voluto orientare la mia ricerca verso una soluzione che desse la possibilità a chi soffre di un dolore cronico di condurre una vita più normale» afferma Barolat. Oggi i pazienti arrivano da tutti gli Stati Uniti nel centro che porta il suo nome, il Barolat Neuroscience a Denver, in Colorado, dove si occupa di Neurochirurgia e Neuromodulazione, e collabora con il Presbyterian/St. Luke’s Medical Center e con lo Sky Ridge Medical Center.
Pur vivendo principalmente negli Stati Uniti, Barolat non ha dimenticato le sue origini e torna periodicamente in Italia, dove ha scelto di realizzare un centro per l’Europa. Il Barolat Neuromodulation Institute Europe ha sede ad Appiano Gentile (Como) e ci lavora un team di specialisti formati da Barolat stesso, composto da Giovanni Frigerio, Rodolfo Bucci e Claudio Reverberi. «Se non eseguita da personale adeguatamente formato, la neurostimolazione non è efficace. Per questo nel centro di Como, punto di riferimento in Europa per il settore, ho selezionato i medici che eseguono il trattamento e che conoscono alla perfezione il metodo da seguire» conclude il medico torinese.
In cosa consiste la neurostimolazione? Si innestano uno o più elettrodi posizionati strategicamente in modo da trasmettere degli impulsi elettrici che impediscono di sentire il dolore. Gli elettrodi possono venire impiantati in tre sedi diverse: 1- nello spazio epidurale a livello della colonna vertebrale 2- a livello dei nervi periferici (per lo più negli arti) 3- nei tessuti sottocutanei, per stimolare le piccole branche terminali dei nervi. I tre “targets” possono essere combinati anche nello stesso impianto. Gli elettrodi vengono attivati da un piccolo “pacemaker” impiantato in sede sottocutanea. Si tratta di una tecnica reversibile e poco invasiva – soprattutto in confronto alle altre soluzioni disponibili come interventi di stabilizzazione del rachide o resezione delle radici nervose – e praticamente priva di effetti collaterali. Non ci sono limiti d’età. Il dottor Barolat ha impiantato pazienti con uno spettro di età dai 9 agli 85 anni. Le controindicazioni sono minime. Lo scopo della neurostimolazione non è di “guarire” il dolore (cosa che è spesso impossibile nei dolori cronici non-oncologici), ma di ridurlo a livelli ben più tollerabili. Molto spesso si riesce ad ottenere una riduzione del dolore tale da migliorare in maniera sostanziale la qualità di vita. Sono necessarie due sedute: una di prova (per valutare l’efficacia della neurostimolazione) e l’altra per l’impianto definitivo, che avviene in sedazione in day hospital. Seguono controlli periodici una o due volte l’anno. Importante è che la neurostimolazione sia eseguita da esperti, altrimenti può non dare i risultati sperati.
Per informazioni sui trattamenti si può contattare il Barolat Neuromodulation Institute Europe di Appiano Gentile (Como) al call center 342-0590517.