Intrappolate dall’alta pressione, le polveri sottili continuano ad accumularsi: per questo motivo i loro livelli stanno aumentando anche nelle citta’ che hanno adottato provvedimenti per limitare il traffico, come Milano e Roma. Di per se i valori delle polveri sottili “sono quasi costanti: ogni citta’ ha un proprio andamento, il piu’ classico dei quali e’ quello legato alla concentrazione del traffico in relazione agli orari di lavoro“, osserva il fisico dell’atmosfera Teodoro Giorgiadis, dell’Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ibimet-Cnr).
Le minuscole polveri (particolato, o PM) hanno un diametro di pochi millesimi di millimetro (micrometri), variabile da 2,5 (PM 2,5) a 10 micrometri (PM10) sono emesse dai combustibili fossili e restano sospese nell’atmosfera. I loro livelli sono quindi piu’ o meno costante a seconda delle localita’, in proporzione alla quantita’ delle emissioni. A fare la differenza, spiega l’esperto, sono le condizioni meteorologiche. Ad esempio le polveri permangono quando c’e’ “un’altissima stabilita’, anche con formazione di nebbia, che impedisce lo scambio di masse d’aria“, rileva Giorgiadis. In queste condizioni, prosegue, “le polveri permangono nell’atmosfera e, giorno dopo giorno, vediamo che gli inquinanti si sommano“. Una situazione emblematica, a questo proposito, e’ quella della Pianura Padana: “possiamo considerarla un grande reattore chimico, dove tutto entra ma in condizioni di alta pressione difficilmente esce“, prosegue l’esperto. “In condizioni di forti emissioni, se non c’e’ ventilazione, anche con i blocchi del traffico e’ molto difficile che in uno o due giorni si veda una reazione immediata“, aggiunge. Al contrario, condizioni di “ventilazione favoriscono il rinnovo delle masse d’aria“, cosi’ come l’arrivo di perturbazioni. Queste ultime portano anche la pioggia, che riduce le concentrazioni del particolato scaricando al suolo le polveri inquinanti. E per fortuna a inizio 2016 la situazione meteo cambierà.