Una nuova tempesta flagella il Regno Unito, di nuovo allerta meteo nelle zone precedentemente alluvionate
Sono ore di grande apprensione nel nord dell’Inghilterra, così come in molte regioni della Scozia occidentale e del Galles, alle prese con il passaggio dell’ennesimo ciclone extratropicale della stagione, che sta apportando un altro carico di piogge molto abbondanti, rovesci, e soprattutto venti tempestosi da SO e O-SO, anche oltre i 120-130 km/h. “Frank”, come è stato ribattezzato dal Met-Office, il prestigioso ufficio meteorologico britannico, nelle scorse ore si è notevolmente approfondito, fino ad evolvere in una pericolosa “depressione-uragano” (un profondissimo ciclone extratropicale che sforna venti con intensità di uragano), con un minimo barico da capogiro poco a sud-est delle coste dell’Islanda, sceso al di sotto dei 930 hpa. Questo maestoso ciclone extratropicale si è notevolmente approfondito, nel corso delle ultime 24-36 ore, grazie al passaggio sul nord Atlantico, poco a sud delle coste della Groenlandia meridionale, di un poderoso potente “Jet Streak” (massimi di velocità del “getto polare”), con velocità di oltre i 300 km/h a 250 hpa (oltre i 9000 metri). I “Jet Streaks”, come capita in Atlantico, sono i veri motori del tempo atmosferico e innescano lo sviluppo dei più grandi cicloni extratropicali.
Questo potentissimo fiume d’aria, che passerà nell’alta troposfera, determinerà lo sviluppo di una importante anomalia della tropopausa, agevolando l’intrusione di aria dalla stratosfera, molto secca e stabile, la quale scorrendo al di sopra dell’aria molto più tiepida e umida, in scorrimento nei medi e bassi strati, contribuirà ad instabilizzare l’intera colonna, favorendo lo sviluppo del processo ciclogenetico. Anche in questo caso la circolazione depressionaria, in fase di sviluppo nel tratto di oceano poco a sud dell’Islanda, si è trovata lungo l’uscita sinistra del “getto polare”, venendo interessata da una cospicua “dry intrusion” stratosferica che ha dato ulteriore enfasi all’approfondimento del maestoso ciclone extratropicale, facendogli assumere, nella mattinata odierna, le sembianze di una vera e propria “depressione-uragano”, con minimo barico da capogiro sotto i 930 hpa e un occhio centrale ben definito attorno il ramo in occlusione.
Basti pensare che una situazione meteorologica molto simile a questa, nel Gennaio 1993, favorì la formazione sull’Atlantico settentrionale del più potente ciclone extratropicale mai osservato dalle agenzie meteorologiche, che passò nel tratto di mare appena a sud dell’Islanda, con una pressione centrale che scese fino ai 914 hpa. Il potentissimo ciclone extratropicale, avvicinandosi al Regno Unito, porto violenti venti di tempesta che raggiunsero picchi estremi di ben 194 km/h nel nord-ovest della Scozia. Il fortissimo “gradiente barico orizzontale” che si è venuto a creare lungo il margine più orientale del ciclone extratropicale, come da previsione, ha originato potenti tempeste di vento che in pieno oceano, nel tratto antistante le coste dell’Irlanda settentrionale e le coste orientali islandesi, hanno raggiunto l’intensità di uragano, con venti violenti, da SE e S-SE, che hanno raggiunto i 150-160 km/h nelle raffiche, lungo l’Atlantico britannico.
Fortunatamente, i venti più violenti associati a questo potentissimo ciclone extratropicale, non hanno interessato le terre emerse, se non marginalmente le coste orientali dell’Islanda e quelle più occidentali dell’Irlanda, sferzate da forti burrasche e venti di tempesta da SO che hanno raggiunto picchi di oltre 120-130 km/h nei punti costieri maggiormente esposti. Mentre furibonde mareggiate, con grosse onde alte fino a più di 7-8 metri, hanno duramente flagellato le alte coste dell’Irlanda occidentale e i litorali più occidentali delle isole Ebridi, con spettacolari spruzzi alti fino a più di 20 metri. Ma quello che più si teme di “Frank” sono proprio le abbondanti precipitazioni, localizzate lungo il settore caldo pre-frontale della profondissima depressione, che rischiano di vulnerare ulteriormente le zone già flagellate dalle recenti alluvioni di Natale, con intere cittadine allagate e decine di abitazioni finite sott’acqua, soprattutto nella regione del Cumberland, dove i danni sembrano farsi veramente ingenti.
La presenza, all’interno del settore caldo pre-frontale, di un tiepido e umido flusso sud-occidentale, richiamato dalla stessa profonda depressione extratropicale dalle latitudini sub-tropicali dell’Atlantico, rischia di determinare piogge nuovamente abbondanti, soprattutto fra la Scozia occidentale, il Galles e l’ovest dell’Inghilterra, dove potrebbero cadere altri 100-120 mm di pioggia. Queste masse d’aria molto miti, provenienti dall’area delle Azzorre, spesso risalgono verso le Isole Britanniche con un gran quantitativo di umidità che determina precipitazioni piuttosto intense e persistenti, come quelle osservate in queste ultime settimane. Solo da domani, con l’allontanamento verso il mar del Nord dell’intenso sistema frontale collegato a “Frank”, il tempo tornerà a migliorare, anche se continuerà a mantenersi ancora instabile, con il rischio di brevi e intensi rovesci e qualche breve temporale, anche grandinigeno, fra le coste occidentali scozzesi e il nord dell’Inghilterra, per l’ingresso da Ovest di aria più fredda di estrazione polare marittima, che determinerà anche un marcato calo termico, su valori decisamente più consoni alla stagione invernale.