Inquinamento Milano, Arpa: “Pm10 oltre i limiti, non succedeva da anni”

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Gli esperti Arpa spiegano che a peggiorare la situazione per la città di Milano è l’assenza di piogge da più di 40 giorni

L’inquinamento di questi giorni sta soffocando diverse città italiane, tra cui Milano. Una situazione del genere non si verificava da anni per questa città. I dati diffusi dall’Arpa mostrano come questa problematica si sia amplificata a causa della siccità, che dura da oltre 40 giorni. Ieri si è registrato il 23esimo giorno consecutivo di superamento della soglia di Pm10 consentiti dalla legge. “Le particelle inquinanti restano per giorni nell’aria, è un problema di bacino più che di singola città: si tratta di un tipo di inquinante che ha tempi di residenza molto lunghi in atmosfera” ha dichiarato ad askanews Matteo Lazzarini, dell’Arpa Lombardia. “14 anni fa si partiva come numero di superamenti di 153, quest’anno al 16 dicembre è stato superato l’89esimo. I giorni massimi di sforamento ammessi sono 35 all’anno, limite che non è mai stato rispettato a Milano e nei capoluoghi della Pianura Padana. Diversa è la situazione delle stazioni alpine e pre alpine, come Varese città, dove le condizioni meteo sono diverse dalla pianura” , continua l’esperto. I limiti sono stabili dall’Unione Europea e seguono una direttiva del 2008, che l’Italia ha adottato con decreto nel 2010.

smog_milanoA contribuire a questa situazione è la posizione geografica. La città, infatti, si trova sulla Pianura Padana, aerea abbastanza critica. “Le Alpi e gli Appennini costituiscono un catino poco ventilato e l’inversione termica nei mesi invernali fa sì che ci sia meno aria per disperdere gli inquinanti. Le emissioni di un territorio urbanizzato non sono dissimili da altre situazioni in Europa, quello che influisce a nostro sfavore sono gli aspetti meteo che non consentono dispersione e abbattimento“, ha precisato l’esperto. “I provvedimenti che hanno più efficacia sono quelli a lungo termine che partono dalla sostituzione dei veicoli più inquinanti, prima di tutto i diesel con la classificazione Euro più vecchia senza filtro anti particolato“. L’esperto consiglia di utilizzare “impianti ad alto rendimento per bruciare le bio masse con migliore efficacia nella combustione e minore emissione, si parla di una certificazione per le stufe ai tavoli europei. Le misure adottate sinora stanno già avendo efficacia perchè il trend di riduzione delle concentrazioni medie annuali e dei giorni sforamento è evidente sul lungo termine“. ” La soluzione sul breve periodo è meteorologica, ormai le particelle sono in sospensione e devono essere rimosse da un agente atmosferico come vento e pioggia o bassa pressione che sposta le masse d’aria” ha concluso Lazzarini.

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