Gelo e neve irrompono fra Grecia e Turchia occidentale, nevicate abbondanti e bufere in pieno mar Egeo
Per milioni di greci e turchi sarà un fine anno da brividi. Già dalle prossime ore i primi refoli di aria molto fredda, d’estrazione artica continentale, in discesa dalle pianure dell’Ucraina, inizieranno a riversarsi sul mar Nero, per interessare le coste della Turchia occidentale, il mare di Marmara e l’Egeo, determinando un brusco calo dei valori termici e l’arrivo dei primi rovesci nevosi fino a bassa quota fra la Turchia nord-occidentale e le regioni della Grecia orientale. Ma di neve fresca ne cadrà davvero tanta, soprattutto nella giornata di domani, San Silvestro, quando il nocciolo di aria gelida, ora tra l’est dell’Ucraina e la Russia sud-occidentale, si sposterà sopra il bacino del mar Nero, avvicinandosi alle coste di Romania e Bulgaria. Difatti i maggiori effetti associati a questa intensa avvezione di aria gelida, di tipo artica continentale, saranno proprio quelli delle forti e persistenti nevicate che dalla mattinata di domani rischiano di sommergere le coste settentrionali della Turchia e quelle orientali della Grecia, con particolare interessamento dell’Attica che a fine evento potrebbe vedere accumuli “nivometrici” particolarmente abbondanti. In queste ore l’avvezione di aria gelida, caratterizzata da un nucleo di circa -20°C -21°C alla quota di 850 hpa, continua a muoversi in maniera “retrograda”, verso l’Ucraina, la Bielorussia, la Moldavia e la Romania.
La temporanea pulsazione dinamica dell’anticiclone dinamico europeo verso la Scandinavia e l’estremo nord della Finlandia, con la “cresta anticiclonica” fino al mar Glaciale Artico, sta contribuendo a risucchiare gran parte del freddo accumulato sopra la Russia europea lungo il proprio bordo orientale, tramite l’attivazione di una gelida ventilazione da NE che farà affondare la massa di aria gelida alla volta del mar Nero e della Romania, per poi raggiungere in seguito pure i Carpazi, la Bulgaria e i Balcani. La spinta dinamica di questo promontorio anticiclonico “interciclonico”, verso il nord della Scandinavia e il mare di Barents, sempre più pressato da ovest dall’approfondimento di una vasta circolazione depressionaria poco a sud dell’Islanda, più est sta agevolando il prolungamento verso la Romania e i Balcani della depressione a carattere freddo in azione nel sud dell’Ucraina, mandandola in “stretching”, con l’allungamento di una saccatura colma di aria gelida artica continentale che dalla Russia europea si distenderà fino ai Carpazi, penetrando con il proprio ramo più meridionale fin verso la Grecia e il mare Egeo. Ciò consentirà a parte di quest’aria molto fredda, d’estrazione continentale, di attraversare la Macedonia per propagarsi al mar Egeo, dove si assisterà ad una rapida discesa della quota dello “zero termico” e delle temperature. Pur essendo in origine molto secca e stabile l’aria gelida artica continentale passando sopra le miti superficie marine del mar Nero e soprattutto dell’Egeo produrrà nevicate particolarmente abbondanti fra la Grecia orientale e le coste della Turchia nord-occidentale per l’attivazione dei noti fenomeni del “Aegean sea effect snow” e “Black sea effect snow”.
La massa d’aria molto gelida facente capo all’avvezione artico continentale scorrendo sopra le superfici, ancora piuttosto miti, del mar Nero e dell’Egeo tenderà rapidamente a instabilizzarsi, con lo sviluppo di bande nuvolose cumuliformi, di forma lineare, che daranno la stura a intensi rovesci di neve pronti a spingersi fin sul livello del mare. Questo fenomeno, responsabile delle copiose nevicate che spesso nel periodo invernale seppelliscono di neve fresca l’est della Grecia e le coste della Turchia settentrionale, si produce quando fredde correnti, di origine polare o artica continentale (come in quest’ultimo caso), scorrono sopra la più tiepida superficie di un vasto mare chiuso, come il mar Nero o il mare Egeo.
Le gelide correnti da N-NE e NE, in uscita dal bassopiano ucraino, dopo essersi propagate al mar Nero, riusciranno, attraverso il Bosforo e il mar di Marmara, a “canalizzarsi” pure sull’Egeo, con l’irrompere di una sostenuta e fredda ventilazione da N-NE e NE che si spingerà fino alle coste greche dell’Attica e del Peloponneso. Una volta a contatto con le miti acque superficiali del mar Nero e del mar Egeo questo flusso di aria estremamente fredda si scalderà sensibilmente nei bassi strati, umidificandosi alle basse quote. Il riscaldamento della massa d’aria, indotto dal transito della stessa sopra le più tiepide acque superficiali del mar Nero, inasprirà sensibilmente i contrasti termici che si verranno a determinare sopra la più tiepida superficie marina (“gradiente termico verticale”), producendo l’innesco di una spiccata attività convettiva (moti ascendenti lungo la colonna d’aria).
Questi moti convettivi agevoleranno la formazione di una lunga striscia di bande nuvolose cumuliformi (cumuli, cumulonembi con base molto bassa e carichi di fiocchi di neve) in grado di apportare precipitazioni sparse, spesso a sfogo di rovescio, con frequenti gragnolate e neve molto umida che arrivava a depositarsi fino alle coste. L’instabilità convettiva e della nuvolosità cumuliforme, che si disporrà in lunghi ed estesi serpentoni distesi lungo la direzione del vento prevalente, viene spiegata dal fatto che a contatto con la più mite superficie marina la massa d’aria gelida in discesa dalle pianure ucraine si riscalderà e si caricherà di umidità fin dagli strati più bassi, “sublimando” (passando direttamente dallo stato aeriforme a quello solido) in presenza di temperature dell’aria < +0°C, mentre in quota continua a mantenere le sue origini gelide, con valori abbondantemente sotto la soglia dei -35°C.
Tale dinamica tenderà a esacerbare il “gradiente termico verticale” all’interno della massa d’aria, instabilizzandola dall’interno e alimentando la formazione di nubi cumuliformi, interamente ghiacciate fin dalla base, allineate una dietro l’altra, che dall’Egeo settentrionale si muoveranno alla volta della Tessaglia orientale, dell’Attica e delle isole Cicladi, sotto la spinta dei sostenuti venti settentrionali. Questi lunghi serpentoni nuvolosi una volta raggiunte le coste della Tessaglia orientale e dell’Attica daranno origine a intensi rovesci di neve, a tratti accompagnati dalla caduta di chicchi di grandine e dalla gragnola. Il passaggio di isoterme, fino alla -8°C -9°C a 850 hpa (circa 1300 metri) sulla Tessaglia e la -12°C sulla Macedonia, ci stanno ad indicare che le precipitazioni assumeranno prevalente carattere nevoso su tutto l’Egeo settentrionale, incluse le tante isole, come Lemno e le Sporadi, che potrebbero imbiancarsi fino in prossimità del livello del mare, sotto autentiche bufere di neve rese ancora più intense dai sostenuti venti da NE che soffieranno con punte di oltre 50-60 km/h.
Sui rilievi dell’Attica, particolarmente esposti alle incursioni fredde continentali da N-NE, le nevicate da “Aegean sea effect snow” potrebbero risultare particolarmente abbondanti, con accumuli di oltre i 20-30 cm di neve fresca fin dalla bassa collina e di oltre il mezzo metro di neve fresca man mano che saliamo di quota. Brevi rovesci di neve e pioggia mista a neve, nel corso della mattinata e del pomeriggio di domani si spingeranno fino alla città di Atene, dove le temperature viaggeranno su valori di poco superiori ai +0°C. Molti sobborghi collinari di Atene, soprattutto quelli ubicati nella parte nord-orientale della capitale greca, rischiano di vedere accumuli di una certa consistenza, mentre il resto della città sarà temporaneamente imbiancato dai rovesci prodotti dalle bande nuvolose del “Aegean sea effect snow”.
Ma le nevicate più abbondanti nel corso della giornata di Capodanno, con la traslazione della saccatura verso est, si vedranno nell’area di Istanbul, in riva al Bosforo, e lungo le coste settentrionali turche, in particolare il tratto da Istanbul alla città di Cide, direttamente esposto al “Black sea effect snow”, che dato i forti contrasti termici si rileverà particolarmente intenso nella fase iniziale. Tale fenomeno verrà anche enfatizzato dallo “stau” (sbarramento orografico) generato dalle montagne della Turchia settentrionale che in queste situazioni, con i venti da N-NE provenienti dal mar Nero, possono favorire abbondanti nevicate sino alle zone costiere, dato l’elevato “forcing” orografico imposto da questi rilievi piuttosto imponenti. La presenza di rilievi particolarmente elevati lungo il vicino retroterra tende bloccare i freddi e umidi venti settentrionali che scivolano dal mar Nero, costringendo l’aria gelida, a contatto con i primi contrafforti montuosi, a salire bruscamente di quota. Quest’ultima salendo di quota e saturandosi genererà estesi annuvolamenti cumuliformi, sul versante sopravento, che tendono a dispensare precipitazioni a carattere nevoso, piuttosto intense e persistenti che determinano importanti depositi di neve fresca fino a livello del mare.