Considerevole il freddo sopra la regione artica, raggiunti valori di -40°C alla quota di 850 hpa
Se sull’Europa e lungo le latitudini mediterranee l’inverno continua a latitare, dall’Artico giungono nuove pessime notizie. Difatti il vortice polare continua a raffreddarsi, anche in troposfera, tanto che sopra il mar Glaciale Artico iniziano a comparire le prime isoterme con valori di -35°C -40°C alla quota di 850 hpa (circa 1200 metri data la latitudine parecchio elevata), davvero notevolissimi. Insomma, in poche parole sopra il Polo Nord si sta accumulando un considerevole “serbatoio di aria gelida” nei medi e bassi strati che contribuirà ad irrobustire ed approfondire la figura del vortice polare che manterrà la sua forma quasi perfettamente circolare (segno di grande robustezza della circolazione ciclonica sopra l’Artico).
Questo considerevole ricompattamento del vortice polare è all’origine dell’intensificazione delle umide correnti zonali alle medio-alte latitudini, con la ripresa di un alto indice zonale e la rigenerazione del ramo principale del “getto polare” e il conseguente sviluppo di diversi “Jet Streaks” (massimi di velocità del “getto polare”) fra l’Asia centrale, la Cina, il Giappone, il Pacifico settentrionale, il nord America e l’Atlantico settentrionale. L’assetto della circolazione generale emisferica continuerà a rimanere invariato per settimane, presentando elevate velocità zonali sopra i 50° di latitudine nord, con ulteriori accelerazioni del flusso perturbato principale, fra il nord America, l’Atlantico settentrionale e la Scandinavia. Questo tipo di assetto della circolazione atmosferica, purtroppo, continuerà ad inibire l’affondo di consistenti ondate di freddo verso le latitudini mediterranee e l’Europa. Senza un sostanziale cambio di pattern atmosferico, con una discesa dell’indice “AO” e della “NAO”, il freddo continuerà a faticare per raggiungere le basse latitudini, in seno a configurazioni di blocco capaci di “meridianizzare” la circolazione a tutte le quote della troposfera.
Tale raffreddamento dell’Artico, in particolare nel settore orientale siberiano, a sua volta, tende a rafforzare il “gradiente di geopotenziale” ed il “gradiente termico orizzontale” fra le latitudini artiche e quelle temperate, producendo una notevole accelerata del flusso zonale fra le medie ed alte latitudini, fra Asia centro-orientale, nord Pacifico, nord America, Europa e Asia centro-settentrionale. Il forte “gradiente di geopotenziale” che si viene a realizzare tende a rinforzare notevolmente il ramo principale del “getto polare” che si dipana per l’intero emisfero (attorno i 50° nord), con potenti “Jet Streaks” (massimi di velocità del “getto” in quota), fra il nord della Cina, l’estremo oriente russo, gli States, il nord Atlantico e l’Europa, che taglieranno le spinte meridiane degli anticicloni oceanici, presenti fra il Pacifico settentrionale e il nord Atlantico. Inoltre, negli ultimi giorni del 2014 si assisterà ad un nuovo approfondimento dell’anomalia negativa di geopotenziale in quota sull’area siberiana orientale, che oltre a favorire l’affondo di significative ondate di freddo l’estremo oriente russo, la Cina, la Corea e il nord del Giappone, dove tornerà a nevicare in modo anche intenso fino a quote pianeggianti, produrrà un inevitabile rinvigorimento del flusso zonale sul Pacifico settentrionale, con la conseguente rigenerazione di nuovi forti “Jet Streaks” che si propagheranno molto rapidamente verso gli States e il Canada, estendendosi di seguito fino alle porte dell’Europa, con velocità ragguardevoli nell’alta troposfera (punte di oltre 300 km/h sopra i 9000 metri).