La nanotecnologia sempre più utile per la medicina: nuove frontiere e prospettive di quella che oggi è definita la nano-medicina
La nanotecnologia è la scienza in grado di controllare e manipolare la materia a livello atomico e molecolare su una scala dimensionale inferiore al micrometro (particelle piccole come la milionesima parte di un millimetro), ed è in grado di progettare e realizzare dispositivi in tale scala.
Applicando la nanotecnologia alla medicina abbiamo quella che viene chiamata “nano-medicina”, la quale studia il funzionamento biologico che avviene all’interno delle cellule e usa queste informazioni per l’ingegnerizzazione di nanomateriali e biosensori e lo sviluppo di terapie mediche sempre più sofisticate. Sebbene alcune di queste tecniche applicative sono ancora in fase di progettazione, altre sono già sottoposte a test o addirittura utilizzate.
Uno degli applicativi sviluppati dalla nanomedicina è l’utilizzo di nanoparticelle in grado di veicolare farmaci, calore o altre sostanze all’interno del nostro corpo in modo mirato, cioè diretta a specifiche cellule.
Le particelle sono progettate per essere attratte esclusivamente dalle cellule malate, consentendo così di ridurre il danno alle cellule sane vicine e permettendo una precoce identificazione della malattia. Questo è il caso a cui sta lavorando la CytImmune, una compagnia specializzata nella ricerca e sviluppo di nanotecnologie da adottare in campo medico per la lotta contro i tumori. La loro ricerca si basa sullo sviluppo di nanoparticelle legati ad agenti chemioterapici che vengono trasportati al tessuto tumorale e non al tessuto sano, riducendo così i possibili danni che la somministrazione sistemica comporta.
Altri ricercatori inoltre hanno sviluppato nanoparticelle in grado di riconoscere quando il livello di glusosio nel sangue aumenta e di attivarsi automaticamente rilasciando insulina, oppure nanoparticelle capaci di uccidere virus attraverso enzimi che ostacolano la riproduzione del virus stesso nella circolazione sanguigna, e ancora sono state sviluppate nanosponge che, agendo come vere e proprie spugne, sono in grado di assorbire tossine o radicali liberi e rimuoverle dal sangue.
Nel campo aerospaziale, la NASA sta lavorando allo sviluppo di biocapsule, composte da nanotubi di carbonio, da inserire sotto la cute degli astronauti in modo da proteggerli dagli effetti delle radiazioni. Tali biocapsule nel momento in cui avvertono cambiamenti nel loro corpo, sono in grado di rilasciare la sostanza che permette in questo modo un trattamento immediato.
La nanomedicina può essere utilizzata, oltre che nella cura della malattia, anche nella sua diagnosi. Un gruppo di ricercatori ha infatti sviluppato nanoparticelle capaci di legarsi alle cellule tumorali e rilasciare biomarcatori. Ciò che si intende realizzare sono delle nanoparticelle in grado di trasportare numerosi biomarcatori, quando questi vengono poi rilasciati se ne genera un’alta concentrazione che permette di identificare e localizzare la malattia. L’applicazione delle nanotecnologie nel campo della medicina sta rivoluzionando il modo con cui individuiamo e trattiamo danni e malattie del corpo umano e molte di queste tecniche, solo immaginate qualche anno fa, stanno già facendo notevoli progressi che potrebbero diventare un giorno realtà.