Napoli, la cultura cade a pezzi: era l’eccellenza della civiltà meridionale, adesso abbandonata e degradata
Prima le crepe nella notte, poi gli scricchiolii e infine il crollo di un’ala di un edificio seguito dal cedimento parziale di quello contiguo. A venir giu’ – sebbene in modo parziale – sono le palazzine della clinica veterinaria della Federico II di Napoli. Un crollo annunciato, e che per fortuna non ha provocato vittime, dopo che gia’ nelle prime ore del giorno uno dei due palazzi (l’altro era gia’ in disuso) e’ stato sgomberato con la sospensione delle attivita’ didattiche. All’origine del crollo forse una voragine nel sottosuolo. Sul posto – in via santa Maria degli Angeli alle Croci alle spalle dell’orto botanico – sono intervenuti gli uomini della Protezione Civile, i vigili del fuoco e la polizia Municipale.
Il crollo intorno alle 13.40, quando la zona era gia’ stata messa in sicurezza. Evacuati due terranei e una bottega artigiana. Inevitabili le polemiche sulla gestione del suolo a Napoli. “La voragine avvenuta a Napoli e il successivo crollo delle due palazzine della Facolta’ di Veterinaria – attacca Francesco Peduto, presidente del Consiglio nazionale dei Geologi – e’ solo l’ultimo episodio di dissesto idrogeologico ed evidenzia, al di la’ dei proclami, quanto siamo ancora distanti da una vera pianificazione in materia di difesa del suolo e di gestione delle emergenze”. Per i geologi si impone la necessita’ dell’adozione del ‘Fascicolo del fabbricato’.
L’universita’ e’ gia’ al lavoro per garantire la ripresa delle attivita’ didattiche: “Alle prime avvisaglie – spiega il rettore della Federico II, Gaetano Manfredi – abbiamo disposto la sospensione delle attivita’ didattiche per garantire la massima sicurezza agli studenti e lo sgombero degli edifici. E’ nostra intenzione riprendere regolarmente da lunedi’ le attivita'”. Nel mirino i controlli: “A Napoli – sottolinea il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli – non si fanno verifiche, dei palazzi e delle strade da anni, forse addirittura dai tempi del terremoto in alcuni casi”. Sul piede di guerra gli studenti che evidenziano un nesso tra quanto successo oggi e il taglio dei fondi apportato dal governo. “In particolar modo – afferma Domenico Cristiano, dell’associazione studentesca Link Napoli – il definanziamento e la marginalita’ con cui viene affrontato il tema della formazione porta anche a questo. Il governo Renzi continua a rafforzare gravemente la difficile situazione che l’edilizia universitaria sconta nel nostro Paese: la legge di Stabilita’, all’art.33, impone agli atenei la restituzione nelle casse dello Stato dei fondi destinati alla ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici che non siano stati completamente spesi entro il 2014″. ”Ancora una volta – conclude Antonio Cipolletta, coordinatore dell’Unione degli Universitari di Napoli – assistiamo a gravi rischi per gli studenti e il personale delle nostre universita”’.