Parkinson: come riconoscerlo? Ecco i primi 10 segnali spesso trascurati

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Ecco 10 segnali, spesso sottovalutati, che possono aiutare a identificare precocemente il Parkinson

Molti anni prima della comparsa della malattia, piccoli segnali possono indicare lo sviluppo del Parkinson. E’ certamente difficile accorgersene, ma certi sintomi dovrebbero spingere ad effettuare un controllo neurologico.
La malattia di Parkinson – spiega Parkinson Italia ONLUS – si verifica quando le cellule nervose del cervello che producono la dopamina, un neurotrasmettitore, cominciano a morire: i primi segnali possono passare inosservati e le persone scoprono di essere ammalate quando ormai la malattia è in stadio avanzato.
Ecco allora 10 segnali, spesso sottovalutati, che possono aiutare a identificare precocemente il Parkinson.

  • Cambiamenti di umore e di personalità: ansia nelle situazioni nuove, ritiro sociale, e depressione. Viene meno anche la capacità di multitasking.
  • Mancanza di espressione facciale: la perdita di dopamina può interessare i muscoli facciali, rendendoli rigidi e lenti, causando la conseguente caratteristica mancanza di espressione. Il volto non esprime le emozioni e i sentimenti della persona. Il termine “maschera di Parkinson” è usato per descrivere la forma estrema di questa condizione, ma si manifesta solo in stadi avanzati della malattia;
  • Cambiamenti nel tono della voce: diventa molto più flebile e monotona. Anche pronunciare male le parole è una caratteristica della malattia, perché, irrigidendosi i muscoli facciali, diventa più difficile enunciare chiaramente;
  • Sudorazione eccessiva: colpendo il sistema nervoso autonomo, cambia anche la pelle e le ghiandole sudoripare. Alcune persone sudano in modo incontrollabile senza ragione apparente. Questa condizione può anche presentarsi sotto forma di pelle eccessivamente grassa o di cuoio capelluto con conseguente forfora grassa. Molti malati hanno anche un problema di salivazione in eccesso, ma questo è effettivamente causato da difficoltà di deglutizione.
  • Perdita del senso dell’olfatto: quasi sempre riconosciuto troppo tardi. Spesso avviene di pari passo con la perdita del gusto, perché i due sensi si sovrappongono. Quando le cellule che producono dopamina muoiono, l’olfatto viene compromesso;
  • Disturbi del sonno: una condizione di sonno nota come disturbo del comportamento REM (RBD), in cui le persone compiono i movimenti che stanno eseguendo nei loro sogni, durante il sonno REM, quella più profonda. Le persone con RBD possono gridare, tirare calci, o anche aggredire chi dorme nello stesso letto.
    Comunemente associati con il morbo di Parkinson sono la sindrome delle gambe senza riposo (un formicolio alle gambe e la sensazione di doverle muovere) e l’apnea del sonno (l’improvviso arresto momentaneo della respirazione durante il sonno);
  • Problemi intestinali e della vescica: in particolare stitichezza e gas intestinale: il Parkinson può influenzare il sistema nervoso autonomo, che regola l’attività dei muscoli lisci come quelli che lavorano nelle viscere e della vescica, che, diventando meno sensibili ed efficienti, rallentano l’intero processo digestivo;
  • Dolore al collo: è diverso da quello comune, è infatti persistente, non uno stiramento o crampi, che svaniscono dopo un giorno o due;
  • Scrittura lenta e stretta: la bradicinesia è il rallentamento e la perdita di movimenti spontanei e di routine e la scrittura è uno dei modi più comuni in cui si manifesta. La scrittura diventa più lenta e faticosa, e sembra spesso più piccola e più stretta di prima;
  • Le braccia che non oscillano liberamente: il movimento del braccio si riduce, i muscoli sono più rigidi e limitati, il braccio non andrà dove il cervello gli dice di andare;
    In alcune persone questo si nota quando camminano, un braccio oscillerà meno rispetto all’altro. Un modo per distinguere questo sintomo dall’artrite o da lesioni è che le articolazioni non sono coinvolte e non c’è dolore.

Si tenga sempre presente che si tratta di sintomi indicativi, che se considerati singolarmente possono non indicare alcunché: solo un’attenta analisi di uno specialista può consentire una corretta diagnosi.

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