Imminente l’arrivo del “Burian” su gran parte del continente, le masse d’aria gelide tenteranno di sfondare sul Mediterraneo. Le Previsioni Meteo per i prossimi giorni
Il Dicembre 2015 verrà ricordato come uno dei più caldi della storia climatologica europea. Negli ultimi decenni non si era mai visto tutto questo caldo in buona parte del territorio europeo, con temperature che localmente raggiungono un divario di +10°C +12°C rispetto alle medie del periodo. Fino ad ora si sono contati decine di record assoluti di caldo mensile, molti dei quali stabiliti fra le Isole Britanniche, il sud della Scandinavia e le Repubbliche Baltiche, a seguito delle frequenti ed intense avvezioni di aria calda sub-tropicale marittima provenienti dalle basse latitudini atlantiche. Le temperature insolitamente alte di queste settimane e il clima insolitamente mite stanno contribuendo anche a rendere la neve ancora latitante sulle nostre montagne. Persino in montagna, fra i Pirenei, le Alpi, le Alpi Scandinave e i Carpazi, la “dama bianca” continuerà a latitare fin dalle alte quote, lasciando intere vallate completamenti a secco, senza nemmeno un velo di bianco.
Ma per fortuna entro fine anno queste anomalie termiche positive, veramente “eccezionali” per il mese di Dicembre, verranno smorzate per l’arrivo della prima vera ondata di gelo che dovrebbe interessare dapprima la Russia europea e l’Ucraina, dove fra il 30 e il 31 Dicembre i termometri scivoleranno sotto i -12°C -15°C, per poi coinvolgere il bacino del mar Nero, propagandosi fino alla Romania, Bulgaria, nord della Turchia e Grecia, sfondando in pieno Mediterraneo centro-orientale, tramite l’irrompere di freddi e sostenuti venti da NE. Si tratterà a tutti gli effetti di un evento di “burian”, visto che il vasto nucleo di aria gelida artico continentale si staccherà proprio dalle coste dell’Artico russo e dal nord degli Urali, muovendosi in moto “retrogrado” in direzione dell’Europa orientale, sotto sostenuti venti da NE e E-NE che si attiveranno lungo il margine più meridionale del blocco anticiclonico scandinavo, pronto ad ergersi per fine anno fin sul Golfo di Botnia e le Repubbliche Baltiche, con massimi barici al suolo che potranno superare la soglia dei 1050 hpa.
Valori particolarmente elevati che si prepareranno a plasmare lo scenario meteorologico sul vecchio continente, proprio dall’ultimo giorno dell’anno. Come anticipato da diversi giorni, proprio in corrispondenza del Capodanno, l’anticiclone dinamico europeo tenterà di sollevarsi con i propri elementi verso la penisola Scandinava e il mar Baltico. Questa temporanea spinta meridiana dell’anticiclone europeo avrà il merito, già a partire da lunedì 28 e martedì 29 Dicembre, di far abbassare di latitudine il flusso perturbato principale, imprimendo una “meridianizzazione” al flusso sinottico in transito sopra il vecchio continente. La spinta meridiana di questo promontorio anticiclonico in direzione della penisola Scandinava poco più ad est agevolerà la conseguente tracimazione del nocciolo di aria molto gelida posizionato sopra l’Artico norvegese e il mare di Barents, dove in questi giorni si accumulerà un vastissimo “serbatoio di aria gelida”, caratterizzato da valori che scendono sotto i -22°C -24°C alla quota isobarica di 850 hpa (circa 1200 metri dati i geopotenziali molto bassi).
Con l’erezione verso la Scandinavia e i Paesi Baltici dell’anticiclone europeo, la cui “cresta anticiclonica” dovrebbe posizionarsi al traverso del Golfo di Botnia, buona parte di questo vasto “serbatoio di aria gelida” accumulato sull’Artico norvegese e il mare di Barents, entro fine anno e nei primi giorni del 2016, piomberà di colpo sul bassopiano Sarmatico, dove il gelo irromperà di colpo provocando un brusco calo termico, e delle Repubbliche Baltiche, Bielorussia e Ucraina, con l’arrivo di un nocciolo di aria particolarmente fredda a 850 hpa, con isoterme prossime ai -14°C -16°C.
Parte di questa massa di aria molto fredda scivolerà sulle pianure e i bassopiani dell’Europa orientale, muovendosi lungo il margine più orientale del blocco anticiclonico che nel frattempo si verrà a costruire al traverso della Scandinavia, con il probabile isolamento di un anticiclone dinamico (Scand+), con massimi molto elevati, che potranno superare i 1050 hpa al suolo, mentre in quota si isoleranno dei massimi di geopotenziale (nucleo aria calda e secca a 500 hpa) che contribuiranno a imprimere una vasta circolazione anticiclonica (oraria), in grado di aspirare e pilotare queste masse d’aria molto fredde, imprimendogli un moto “retrogrado”, prevalentemente da NE.
In poche parole entro fine anno e con l’inizio del 2016 molti paesi dell’est Europa, dopo il clima mite e l’assenza di neve, si troveranno a fare i conti con il ritorno del gran freddo e persino del gelo. Riguardo la traiettoria, ma anche l’intensità, del nucleo freddo “retrogrado”, pronto ad andare alla deriva sul vecchio continente, le incertezze rimangono elevate, malgrado ci troviamo ad una distanza temporale di 140-160 ore. Ad oggi sembra chiaro che il vero obiettivo di questo “bolide gelido” sia proprio il Mediterraneo centro-orientale, in modo particolare il mare Egeo, dove l’intrusione della massa d’aria gelida di tipo artico continentale sarà in grado di scavare una serie di minimi depressionari “derivati”, colmi di aria molto fredda, pronti ad andare alla deriva fra l’Egeo e il Mediterraneo centro-orientale, con il probabile sviluppo di un “canale depressionario” (minimo ad occhiale) esteso dalle coste turche fino allo Ionio.
Lo sviluppo di queste ciclogenesi secondarie, foriere di precipitazioni e nevicate fino a bassissima quota, potrebbe, in un secondo momento, convogliare parte di quell’aria molto fredda, giunta sulla Grecia, fin sui nostri mari più meridionali e l’Adriatico, con un interessamento del territorio nazionale. Ma per il momento è impossibile formulare previsioni dettagliate trattandosi per l’appunto di una “retrogressione”. Non ci resta che monitorare passo dopo passo l’evolversi della situazione.