Realtà virtuale, aumentata o mista? Facciamo chiarezza sulle differenze e le prospettive future [VIDEO]

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L’era della realtà virtuale è appena iniziata, è una scommessa in cui credono i più grandi colossi tecnologici mondiali. Sarà la “normalità” del nostro futuro?

Uno studio recente ha stimato che la realtà virtuale possa fruttare ben 150 miliardi di dollari da qui ai prossimi 5 anni, forse è proprio per questo che le più grandi aziende del mondo si stanno muovendo verso questo settore. Facebook con Oculus Rift, Sony con PlayStation VR, Samsung con Gear VR, HTC con Vive, stanno creando dei caschetti tutti simili tra loro con visori dedicati o possibilità di sfruttare smartphone appena usciti sul mercato, accompagnati da accessori e controller appositi per far si che sia un’esperienza indimenticabile ed a cui torneremmo volentieri. Pare che anche Apple stia entrando in questo segmento, acquistando società specializzate nella registrazione dei movimenti del corpo umano per la loro corretta gestione nella realtà virtuale.

realtà virtualeMa fino a che punto è giusto continuare a chiamarla virtuale? Possiamo tollerare questa “finzione“? Siamo pronti ad assistere ad un totale cambiamento delle nostre abitudini? Del nostro modo di vedere le cose, di lavorare, di giocare, addirittura di immaginare? Facciamo chiarezza sullo scenario attuale:

REALTÀ VIRTUALE Con un visore in testa possiamo immergerci in mondi virtuali proiettati, ambienti in cui possiamo muoverci ed esplorare tutto a 360 gradi. Un’esperienza che percepiamo come reale dati i sensori di movimento, il suono 3D, i controller ed un sacco di altri stratagemmi progettati esclusivamente per rendere il virtuale più immersivo possibile, ingannando il nostro cervello a tal punto da provare paura e adrenalina di fronte a salti nel vuoto o inseguimenti in elicottero.

I problemi da risolvere per sviluppare al meglio queste tecnologie, e per far si che nessuno di noi possa distinguere la realtà virtuale da quella reale sono principalmente due: il primo è la latenza, cioè il tempo che passa fra il movimento dettato dalla nostra testa e l’adeguamento successivo dell’ambiente virtuale, che, se fosse eccessivo causerebbe una sorta di mal di mare, tecnicamente detto motion sickness. Il secondo è quello dei caschi, pesanti e totalmente isolanti, ci espongono a rischi poiché ci disconnettono totalmente vista ed udito dal mondo.

realtà virtualeREALTÀ AUMENTATA Qui siamo in un settore totalmente diverso dalla realtà virtuale, ma ad essa complementare. Per essere veicolata non ha bisogno di caschi, bastano dispositivi indossabili ben più leggeri ma ugualmente dotati di sensori (i Google Glass ad esempio). La differenza sta tutta nel fatto che stavolta non possiamo interagire o esplorare ambienti digitali, che non vediamo e non sono proiettati, ma saremo “bombardati” di informazioni relative a ciò che ci circonda. Esse saranno aggiunte alla realtà fisica che vediamo e tocchiamo ma in forma di numeri, testi, notifiche ecc.

Tra le due la più eccitante sembrerebbe la prima, anche se con più problemi da risolvere, almeno per il momento, ma da alcune analisi di agenzie specializzate, pare che la più promettente nel mercato sia proprio la seconda, che punta sul fatto di mantenere le nostre mani libere, facendoci interagire solo con occhi e voce.

Esiste anche una realtà mista, che ci permette di vedere e muovere oggetti virtuali come fossero reali, ma siamo ancora un po’ lontani rispetto all’approdo sul mercato di questo sistema. Ecco un video di questo sistema secondo Microsoft, quanti di voi non vedono l’ora?

https://www.youtube.com/watch?v=aThCr0PsyuA

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